martedì 2 dicembre 2014

PROVENZA, TERRA SENZA TEMPO - 5

Fenicotteri rosa si riposano nelle acque del parco ornitologico di Pont De Gau

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Trasmettere attraverso immagini e colori. Il miglior modo per esprimere, al ritorno da ogni viaggio, quelle sensazioni sottili che sarebbe più complesso tradurre in parole. La Provenza, nel sud della Francia, terra di paesaggi senza tempo, di natura rispettata, di profumi e odori intensi esaltati dal sole mediterraneo, merita di essere raccontata lasciando spazio alle luci più che alle lettere. Perchè talvolta non è necessario dilungarsi troppo nel descrivere ciò che si percepisce immediatamente, la bellezza oggettiva.


5- PARC ORNITHOLOGIQUE DE PONT DE GAU




Fenicotteri rosa che sembrano fluttuare, leggiadri, protetti dal silenzio delle acque e dalla vegetazione rigogliosa di uno dei luoghi più suggestivi e magici della Provenza, il parco ornitologico di Pont De Gau, nel cuore della Camargue.


Non solo tori neri e cavalli bianchi, quindi, ma anche gli eleganti e aulici volatili, assieme ad altre 350 specie migratorie, sono lì a riposarsi dai lunghi viaggi verso nord o sud e ad arricchire di poesia un luogo che sanno accogliente e sicuro, salvaguardato e valorizzato nel rispetto dell'immenso patrimonio paesistico e naturalistico che esso rappresenta.

Fenicotteri rosa si riposano nelle acque del parco ornitologico di Pont De Gau

Nel quieto crogiolarsi ai caldi raggi del sole per riguadagnare le forze, aprendo le imponenti ali dai vivaci colori e comunicando con versi tenui che penetrano l'aria profumata, quelle meravigliose creature forse non sanno quanto abbiano da imparare gli umani, spesso obnubilati dalla propria presunta superiorità, dalla semplicità dei gesti dettati dalla Natura, educatrice universale che tanto ancora, e soprattutto ora, avrebbe da insegnare ai propri figli più stupidamente boriosi. 


Fenicotteri rosa si riposano nelle acque del parco ornitologico di Pont De Gau


mercoledì 12 novembre 2014

PROVENZA, TERRA SENZA TEMPO - 4



Tutte le foto

Trasmettere attraverso immagini e colori. Il miglior modo per esprimere, al ritorno da ogni viaggio, quelle sensazioni sottili che sarebbe più complesso tradurre in parole. La Provenza, nel sud della Francia, terra di paesaggi senza tempo, di natura rispettata, di profumi e odori intensi esaltati dal sole mediterraneo, merita di essere raccontata lasciando spazio alle luci più che alle lettere. Perchè talvolta non è necessario dilungarsi troppo nel descrivere ciò che si percepisce immediatamente, la bellezza oggettiva.


4 - AIGUES MORTES, CAVALLI BIANCHI E TORI NERI




Gli imponenti bastioni che si stagliano all'orizzonte arrivando ad Aigues Mortes invogliano il visitatore a tuffarsi in questo borgo che sembra aver sconfitto il tempo, fermando l'eterno moto delle lancette agli anni di Luigi IX, il re santo che volle stabilire proprio lì, tra paludi e lagune che ancora oggi rappresentano autentici tesori di natura e paesaggio, un imbarco per le navi che salpavano verso il Medio Oriente e la Crociata del 1248.


Un piccolo scrigno perfettamente conservato le cui fortificazioni, totalmente percorribili tra merli e torri, fanno viaggiare con la mente e con lo spirito, ma anche con lo sguardo, su quella Petite Camargue che regala scorci meravigliosi su territori di straordinaria bellezza.




martedì 28 ottobre 2014

PROVENZA, TERRA SENZA TEMPO - 3

Abbazia di Montmajour


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Trasmettere attraverso immagini e colori. Il miglior modo per esprimere, al ritorno da ogni viaggio, quelle sensazioni sottili che sarebbe più complesso tradurre in parole. La Provenza, nel sud della Francia, terra di paesaggi senza tempo, di natura rispettata, di profumi e odori intensi esaltati dal sole mediterraneo, merita di essere raccontata lasciando spazio alle luci più che alle lettere. Perchè talvolta non è necessario dilungarsi troppo nel descrivere ciò che si percepisce immediatamente, la bellezza oggettiva.


3 - ABBAZIA DI MONTMAJOUR E ARLES




Arles - Chiostro st. Trophime

L'abbazia che sorse dalle paludi sull'ultimo costone roccioso prima delle pianure e del mare, quasi un solenne commiato delle Piccole Alpi prima che la terra si spogli di ogni altura. Montmajour, dove si stabilì nel x secolo una comunità di monaci benedettini che edificò più tardi una chiesa e una cappella.

Abbazia di Montmajour - il chiostro

Un luogo che ancora oggi emana il fascino della storia e dei secoli, la cultura di una terra. Il profilo imponente della torre e delle mura si staglia all'orizzonte, ben visibile dall'arena di Arles, diversi chilometri più a sud. Il passato romano della città alle porte della Camargue accompagna il visitatore avvolgendolo in un'atmosfera magnetica e senza tempo, in un contesto di grande rispetto per l'arte e per le bellezze che il passato ha tramandato all'oggi. Per contagiare il presente con la luce del genio.

Arles - Arena

lunedì 13 ottobre 2014

PROVENZA, TERRA SENZA TEMPO - 2

Avignone - Palazzo dei Papi e Cathedrale Notre Dame des Doms


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Trasmettere attraverso immagini e colori. Il miglior modo per esprimere, al ritorno da ogni viaggio, quelle sensazioni sottili che sarebbe più complesso tradurre in parole. La Provenza, nel sud della Francia, terra di paesaggi senza tempo, di natura rispettata, di profumi e odori intensi esaltati dal sole mediterraneo, merita di essere raccontata lasciando spazio alle luci più che alle lettere. Perchè talvolta non è necessario dilungarsi troppo nel descrivere ciò che si percepisce immediatamente, la bellezza oggettiva.


2 - AVIGNONE, VILLENEUVE LES AVIGNON E PONT DU GARD

Avignone - Palazzo dei Papi

La città dei Papi con le sue mura poderose e lo sfarzo che caratterizzò il periodo dei 7 Pontefici francesi, tra il 1309 e il 1377, accoglie i visitatori con imponenti palazzi e un'intensa vita culturale. Appena fuori città, passato il Rodano che segna il confine amministrativo tra Vaucluse e Gard, si arriva a Villeneuve Les Avignon, un sobborgo quieto e ricco di storia. Fort St. Andrè, che domina Villeneuve, è un autentico scrigno di bellezze, dal giardino ai resti archeologici del cimitero e delle chiese interne alle mura, che non ha niente da invidiare al Palais des Papes della vicina e più nota città, così come la splendida Torre di Filippo il Bello e la chiesa di Notre Dame.

Villeneuve Les Avignon - Fort St. Andrè

Per concludere una meravigliosa giornata di arte e scoperta quale miglior approdo se non Pont Du Gard? La colossale struttura a tre livelli che attraversa la valle del Gradon costituiva l'acquedotto più alto di tutto l'impero romano. Un capolavoro architettonico e ingegneristico assoluto.

Pont Du Gard

martedì 7 ottobre 2014

PROVENZA, TERRA SENZA TEMPO

Les Baux de Provence - Chateau


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Trasmettere attraverso immagini e colori. Il miglior modo per esprimere, al ritorno da ogni viaggio, quelle sensazioni sottili che sarebbe più complesso tradurre in parole. La Provenza, nel sud della Francia, terra di paesaggi senza tempo, di natura rispettata, di profumi e odori intensi esaltati dal sole mediterraneo, merita di essere raccontata lasciando spazio alle luci più che alle lettere. Perchè talvolta non è necessario dilungarsi troppo nel descrivere ciò che si percepisce immediatamente, la bellezza oggettiva. 
  

1 - LES ALPILLES, DA SALON DE PROVENCE A DAUDET

St. Remy de Provence - Clinique St. Paul

Girando attorno alle "Piccole Alpi" la Provenza inizia a regalare i primi scorci romantici. Rocce chiare che si stagliano su paesaggi ameni, borghi arroccati e antiche vestigia care a pittori e scrittori, da Van Gogh a Daudet. Da Salon e St. Remy, le città di Nostradamus, a Les Baux, incastonata nella roccia a picco sulla valle che porta ad Arles. Fino a Fontvielle, dove i mulini e i resti di acquedotti romani si guardano da secoli.


St. Remy De Provence - Les Antiques

 

sabato 20 settembre 2014

LA VILLA CHE NACQUE DA UN PRODIGIO


Su un collina boscosa affacciata sul Tevere tra le vie Flaminia e Tiberina, oasi culturale assediata dal cemento di Colle Salario e Labaro, sopravvivono stoicamente per trasmettere la bellezza di ciò che fu all'uomo d'oggi sempre più perduto nell'oblio del disinteresse, le antiche vestigia della Villa di Livia. Sito archeologico tanto affascinante quanto ignoto ai più, esso è infatti quasi introvabile per la mancanza della minima segnaletica stradale.


Il luogo fu denominato Ad Gallinas Albas dagli autori antichi per un prodigio occorso a Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto, narrato da Plinio: "Un'aquila lasciò cadere dall'alto in grembo una gallina di straordinario candore che teneva nel becco un ramo d'alloro. Gli aruspici ingiunsero di allevare la gallina e la sua prole, di piantare il ramo e custodirlo religiosamente". Questo avvenne nella Villa dei Cesari che dominava il fiume Tevere al IX miglio della via Flaminia "dove nacque prodigiosamente un boschetto". Dopo il matrimonio con Livia Drusilla, Augusto ristrutturò la residenza e ne fece una villa.


Dopo l'abbandono avvenuto nel V secolo d.c. e i secoli di degrado che ne seguirono, il sito fu rinvenuto nel 1863, ma solo nel 1982 venne acquisito dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e sottoposto a tutela.


Un luogo istruttivo, non solo per l'eredità culturale che esso trasmette all'oggi, ma anche per l'utile confronto visivo, immediato data la vicinanza con i quartieri cresciuti nelle vicinanze, tra i differenti usi che antichità e modernità hanno fatto del territorio. Per constatare quanto poco insegnamento il presente abbia tratto dal passato. 



lunedì 18 agosto 2014

SCORCI E SAPORI NELLA TOSCANA DEL SUD

Pitigliano (GR) - La fontana delle sette cannelle


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Il posto giusto in cui lasciarsi trasportare dalla curiosità del viaggio itinerante, percorrendo strade morbidamente serpeggianti che avvolgono colline assolate e punteggiate di vigne e ulivi. Oppure perdendosi nei vicoli tortuosi di borghi arroccati su costoni tufacei protetti da fitti boschi, magari alle pendici di imponenti montagne alla cui ombra prosperano paesi tanto piccoli quanto ricchi di storia e storie.

Paesaggi suggestivi dell'entroterra grossetano

E dopo tutto questo peregrinare affascinante abbandonarsi alla frescura delle pinete, oltrepassate le quali, infine, ci si immerge nelle invitanti acque che bagnano la costa sabbiosa, riposandosi per il tempo sufficiente a riprendere le forze, per poi ricominciare.

Sorano (GR)

La Toscana meridionale offre un tale spettacolo di bellezza e ricchezza culturale, paesaggistica ed enogastronomica da rapire il visitatore al primo incontro. Quella di Grosseto, il cui territorio coincide con la parte più a sud della nobile Regione, non ha alcunché da invidiare alle province forse più note come Siena o Firenze.

Ansedonia (GR) , sito archeologico di Cosa

Da Pitigliano a Sovana e Sorano, i borghi del tufo incuneati tra Toscana, Umbria e Lazio, al parco della Maremma e le sue pinete selvagge e perfettamente conservate, passando per le dolci colline sopra Sasso D'Ombrone, dove diverse aziende agricole perpetuano la grande tradizione vitivinicola e olivicola del territorio.
La Toscana meridionale è davvero un luogo in cui si torna volentieri.


Scorci dalla Toscana meridionale - Cinigiano (GR)

martedì 5 agosto 2014

BORGHI E CASTELLI NEL CUORE DELL'ISTRIA

Bale, Valle - Palazzo Soardo Bembo


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Il diamante del Mediterraneo brilla sempre di una luce nuova. La penisola istriana dalla curiosa forma triangolare che ricorda un cuore o, appunto, un diamante, è fucina inesauribile di scorci affascinanti che sorprendono anche il visitatore più assiduo e affezionato.

Svetvincenat, Sanvincenti - fortezza

Dalla costa all'entroterra, separate da poche decine di minuti in auto, è possibile respirare atmosfere sorprendentemente diverse data la vicinanza geografica. Mari e monti a un passo, con relativa ricchezza enogastronomica, paesaggistica e culturale.

Svetvincenat, Sanvincenti - Piazza con chiesa dell'Annunciazione XV secolo e castello

Dai borghi brulicanti della costa, con i classici campanili in gotico veneziano alle rocche dell'interno, protette dal silenzio delle colline punteggiate di vigneti e boschi lasciati intatti dall'uomo. Arte e natura in un connubio armonioso, entrambe rispettate da comunità che hanno ben compreso che il paesaggio non è solo ricchezza economica, ma anche fonte inesauribile di vita, cultura e cittadinanza.

Svetvincenat, Sanvincenti - Fortezza

Bale, l'italiana Valle, con il suo centro recuperato senza forzature speculative e moderniste e trasformato in albergo diffuso, conserva nei vicoli l'aria dei secoli che l'hanno edificata. Le rovine romantiche di Dvigrad, nel cuore dell'Istria immerso nei boschi, e il gioiello di Svetvinčenat, Sanvincenti per il nostro idioma, perle quiete conservate nella natura e recuperate nel rispetto dei luoghi.


Dvigrad, Duecastelli - Paesaggio istriano

Bellezze da vivere per conoscere ma anche per imparare l'importanza della difesa dei territori e della loro cultura.


Dvigrad, Duecastelli - Istria, Croazia



martedì 8 luglio 2014

LA REGGIA CAPOLAVORO DELL'ARCHITETTURA CLASSICA

Villa Adriana, Canopo e Serapeo

 
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Un inno alla bellezza, un manifesto della grandezza e dell'arte degli antichi. Villa Adriana a Tivoli, alle porte di Roma, un tesoro di valore assoluto, tra i più importanti siti archeologici e culturali del nostro Paese, è stata dichiarata nel 1999 patrimonio dell'umanità. Un complesso grandioso realizzato su un'area di almeno 120 ettari dall'imperatore Adriano, che decise di spostare la propria residenza fuori da Roma in un territorio verde e ricco di acque, tra il 118 e 138 d.c.

Edificio con Tre Esedre

"Le fonti letterarie", si legge nel sito ufficiale, "ci tramandano che Adriano, personalità estremamente versatile, amò in particolar modo l’architettura, cui si dedicò personalmente; le caratteristiche dell’impianto della Villa, che si differenziano dalle consuetudini architettoniche dell’epoca, dimostrano fuori ogni dubbio questa sua partecipazione e competenza". Edifici residenziali, terme, ninfei, padiglioni, giardini, in un'alternanza armoniosa di forme e colori che riempiono l'animo ad ogni passo.

Grandi Terme

Tappa irrinunciabile lungo il percorso di conoscenza dell'antica Roma, Villa Adriana è uno tra i più splendenti gioielli ancora sopravvissuti all'oblio culturale che caratterizza l'Italia dei nostri giorni. Basta posare lo sguardo su ciò che l'uomo è stato in grado di fare appena oltre le reti che delimitano quei 40 ettari visitabili su oltre 120 di estensione totale. Colate di cemento a perdita d'occhio da ogni lato, un assedio tutt'altro che simbolico della stoltezza sulla sapienza, dell'avidità sull'equilibrio.

Canopo e Serapeo

Contemplare le bellezze di Villa Adriana significa dare forza a ciò che di importante ancora sopravvive attorno a noi. Perché il futuro, senza la luce del passato, semplicemente non esiste.


Edificio con pilastri dorici

mercoledì 4 giugno 2014

L'ANTICA COPPA BRINDA ALLA GRANDE NECROPOLI

Cerveteri, necropoli "Banditaccia", Tomba dei Rilievi


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Il trofeo torna ai detentori, ma non c'entrano niente i  mondiali di calcio. Si tratta di un riconoscimento molto più importante, legittimato non dagli uomini ma dalla storia. La Kylix di Euphronios, capolavoro dell'arte greca del 500-490 a.C. firmata dal celebre vasaio e dal suo allievo Onesimos come ceramografo è in mostra nella natia Cerveteri, dove fu trafugata e rivenduta negli anni '80 per finire poi nel prestigioso Getty Museum di Los Angeles fino al 1999, anno in cui venne restituita all'Italia.

Cerveteri, necropoli "Banditaccia". Passeggiando nella storia

Un ritorno, solo temporaneo dato che la casa d'adozione dell'opera è il museo di Valle Giulia a Roma, con cui l'antica Caere, Vetus appunto, per distinguerla dalla vicina Ceri che invece era Novum, festeggia il decennale dell'ingresso della sua Necropoli della Banditaccia nella World Heritage List dell'Unesco.

Cerveteri, Museo Nazionale Cerite

Un calice idealmente alzato per celebrare una parte prestigiosa della millenaria vita di un tesoro inestimabile e unico. La Kylix infatti era una coppa utilizzata per il vino e i suoi frammenti, i cui disegni raffigurano momenti drammatici della guerra di Troia, furono ritrovati proprio a Cerveteri, nella necropoli di S. Antonio e venduti singolarmente per un maggiore profitto. Una storia comune a molte, troppe opere nel Belpaese.

Cerveteri, Museo Nazionale Cerite, la Kylix di Euphronios

A poca distanza dal Museo Nazionale Cerite, che ospita temporaneamente il capolavoro ritrovato del genio greco, si trova la più grande necropoli dell'area mediterranea con i suoi circa 100 ettari di estensione, di cui 10 aperti al pubblico, che rapisce il visitatore in un viaggio onirico attraverso i secoli e immerso nella natura in uno degli angoli più suggestivi del Lazio. Sentieri che si snodano tra antiche vestigia e percorsi multimediali che illustrano i contesti dei ritrovamenti.

Cerveteri, Museo Nazionale Cerite

Caere Vetus con i suoi tesori rappresenta, al pari delle altre gemme culturali che abbelliscono il nostro Paese, qualcosa di molto più rilevante di un "semplice" patrimonio dell'umanità. Tali meraviglie infatti sono le radici spirituali di ogni cittadino, fonti di conoscenza e consapevolezza, i fondamenti della nostra sovranità. 

mercoledì 7 maggio 2014

TARKNA, LA MADRE DELL'ETRURIA

Museo Nazionale Etrusco - Palazzo Vitelleschi, XV secolo - I cavalli alati


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Le radici di una delle civiltà più misteriose della storia, in una terra ricca di quella bellezza che i millenni regalano e del fascino che nasce dalle leggende.
L'antica città etrusca di Tarquinia, Tarkna in origine, Tarquinii per i latini, nel cuore della Tuscia viterbese tra colline e mare, fu fondata secondo il mito da Tarconte, fratello o figlio di Tirreno, mentre arava il proprio campo non lontano dal fiume Marta. "Da un solco appena aperto dall'aratro", si legge nella guida ufficiale della città, "balzò un essere divino, fanciullo nell'aspetto e vecchio nella saggezza, Tagete, che rivelò agli etruschi la disciplina della propria religione. Tarchon raccolse la disciplina nei libri che chiamò tagetici e tracciò con l'aratro, intorno al luogo del prodigio, il perimetro della città che fu sacra al popolo etrusco".

Tarquinia, Campo Cialdi

La storia del territorio su cui nasce Tarkna inizia però molto prima di Tarconte. Le prime testimonianze archeologiche infatti risalgono "all'età del bronzo finale, XII secolo a.c., anche se solo a partire dall' VIII Tarquinia sarà ritenuta 'grande e fiorente' (Dionigi di Alicarnasso) e 'la più ricca d'Etruria' (Cicerone)". Nel VI e V secolo a.c. Tarkna vive il momento di massima prosperità, arrivando a dominare fino al lago di Bolsena e sviluppandosi economicamente e culturalmente.

Tarquinia, S. Maria in Castello

Poi inizia l'ascesa di Roma, che nel III secolo a.c. la conquista definitivamente. "Nel tardo periodo imperiale la decadenza divenne inarrestabile e nell'alto medioevo il pianoro della Civita", luogo originario su cui sorse Tarquinia, "si spopolò, finché nell' VIII d.c. la sede episcopale fu spostata nella vicina Corneto", il nome che la città madre dell'Etruria mantenne fino al XIX secolo, prima di tornare ad essere Tarquinia nel 1922.

Necropoli Monterozzi - Tomba delle leonesse

Un luogo di immenso valore culturale, di sconfinata bellezza, dal 2004 patrimonio Unesco, a pochi chilometri da Roma. 3000 anni di storia, dal Museo Nazionale Etrusco di palazzo Vitelleschi che ospita, tra gli altri capolavori, l'altorilievo dei "Cavalli Alati", simbolo della città, fino ai 19 ipogei accessibili nella necropoli di Monterozzi, poco fuori dalle mura medievali. All'interno di queste le splendide torri che ricordano S. Gimignano e molte antiche chiese.

Necropoli Monterozzi - Tomba Claudio Bettini

L'antica Tarkna, tesoro inestimabile da cogliere con la curiosità degli occhi e la sensibilità dell'anima, da ammirare, proteggere e tramandare.


Necropoli di Monterozzi, Tarquinia - Tomba dei Leopardi