domenica 12 febbraio 2012

ANDATI IN BIANCO

Gli azzurri del rugby sconfitti dall'Inghilterra 19-15
in occasione del secondo incontro di Sei Nazioni 2012



Tutto straordinario, tranne il risultato. La neve che imbiancava Roma come non accadeva da decenni, il rugby allo stadio Olimpico dopo quasi vent'anni e per la prima volta in occasione di una gara del Sei Nazioni e oltre 50 mila appassionati sugli spalti che sarebbero stati 70 mila se l'ondata di gelo e le tormente di neve non avessero paralizzato i trasporti in tutta la penisola, impedendo a migliaia di persone di raggiungere la Capitale per il match. Il campo, però, non si è fatto contagiare dal contesto generale di eccezionalità e ha voltato le spalle alle speranze azzurre di sconfiggere gli inventori dello sport ovale. E' andato tutto come sempre: pur soffrendo come mai in passato e sfiorando la disfatta, alla fine hanno vinto gli inglesi 19-15.
Il bianco è stato il tema dominante della serata ovale italiana: quello del candido manto che ricopriva l'erba del campo, pur in minima parte grazie al lavoro di squadre di spalatori, e quello frutto dell'ipotermia sui visi degli spettatori ibernati in tribuna. Poi il bianco più importante, quello che attorniava la rosa dei Tudor sulle maglie degli inglesi, usciti vincitori dopo essere stati a un passo da una figuraccia storica. Al decimo minuto del secondo tempo, infatti, il punteggio dice 15-6 per l'Italia. I campioni in carica del Sei Nazioni in balìa di un avversario in controllo totale della gara. Due mete a zero per noi segnate da ragazzini esordienti, i ventenni Tommaso Benvenuti e Giovanbattista Venditti. Un sogno vicino alla realizzazione.
Ma il destino ha altri programmi e non assiste lo sventurato Masi nel rinvio di piede su passaggio forse avventato di Bortolami. La palla sbatte sulle mani dell'ala Hodgson che non deve far altro che raccogliere l'ovale e andare in meta. L'Inghilterra alle corde resuscita e inizia a macinare gioco, mentre gli azzurri accusano il colpo e arretrano. I cambi italiani, specialmente all'apertura, non producono gli effetti sperati e gli errori dalla pizzola di Botes, subentrato a Burton, condannano Parisse, migliore in campo, e compagni a una sconfitta onorevole ma amarissima.
La nuova Italia ovale di Jacques Brunel cresce in fretta, nel gioco e nello spirito, ma le disattenzioni e le leggerezze dei singoli confermano che c'è ancora molto da fare per colmare il divario con le grandi squadre. La strada è quella giusta. Non può nevicare per sempre.



Lo stadio Olimpico di Roma gremito
per Italia-Inghilterra dell'11 febbraio 2012



La gara è finita. I giocatori si stringono le mani



Il tradizionale "terzo tempo" celebrato allo lo Stadio dei Marmi,
tra l'Olimpico e la Farnesina