venerdì 7 luglio 2017

L'EREMO DALLE MILLE ANIME SVELA I PROPRI SEGRETI


In vetta al Soratte l'eremo di S.Silvestro accoglie il visitatore

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Giunto sulla vetta del monte Soratte, maestoso e solitario massiccio calcareo al confine tra la valle alluvionale del Tevere e la Tuscia tufacea, il visitatore affannato dalla salita lungo i sentieri verdeggianti e panoramici, viene accolto da un silente e glorioso guardiano, testimone dei secoli in quello splendido angolo di campagna laziale, a nord di Roma.
Il delizioso eremo di S.Silvestro è adagiato sul pianoro della cima quasi a godere, privilegiato, dell'impareggiabile vista tutt'attorno. Un piccolo tempio dalla storia millenaria, trasformatosi nel corso del tempo seguendo le vicissitudini culturali e religiose di uomini e civiltà.


Particolare degli affreschi conservati all'interno dell'eremo

Dal Dio Sorano, il cui tempio fu edificato nel II secolo a.c., ai Falisci e Capenati, popolazioni preromane anch'esse legate all'area sacra, fino a San Silvestro che lì si rifugiò fuggendo dalle persecuzioni precedenti alla conversione di Costantino. Numerose furono le trasformazioni e le distruzioni fino alla ricostruzione di Carlomanno, che nel VIII sec. d.C. edificò la cripta ed il prespiterio rialzato. Non mancarono i monaci il cui insediamento è collocato tra il secolo XII e il primo Rinascimento.
Un magnete che trattiene in sè le Ere e la loro bellezza, l'Eremo di S.Silvestro arricchisce di leggenda e maestosità, assieme agli altri edifici sacri bellissimi e solinghi che punteggiano il Soratte in diversi luoghi, l'antica montagna che fu isola, quando il mare arrivava a lambirne le pendici.
Un tesoro che ne fa brillare molti altri, in un territorio che merita d'essere conosciuto e apprezzato maggiormente da un turismo che sappia amare la delicatezza e il valore della cultura.    


L'eremo visto dall'altare

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