domenica 20 gennaio 2019

LA CITTÀ NUOVA CHE PASSÒ IL TESTIMONE A QUELLA ANTICA



La porta di Giove, ingresso dell'antico sito di Falerii Novi, millenario e misterioso luogo d'origine falisca


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Falerii Novi è un sito di grande valore e fascino immerso nella suggestiva campagna che si stende tra il monte Soratte e i monti Cimini, nel nord del Lazio. L'antico Ager Faliscus, territorio fertile che fu confine tra due popoli fieri e ricchi di storia come i Falisci e gli Etruschi. Tanto i primi quanto i secondi furono sconfitti e conquistati da Roma ma lasciarono la propria importante eredità culturale, artistica e architettonica.
La storia di Falerii Novi, il cui nome potrebbe derivare da Halaesus figlio di Agamennone, non può prescindere da quella della sorella antica, Falerii Veteres, distante pochi chilometri e distrutta dai Romani nel 241 a.c. I sopravvissuti fondarono quindi il nuovo abitato che divenne municipium romano nel 90 a.c. Con la caduta dell'Impero e il caos che ne seguì i figli della nuova Faleria si convinsero a tornare alle antiche mura. La migrazione avvenne gradualmente nel corso dell'VIII secolo d.c. e con maggiore intensità nel X secolo a causa delle scorrerie normanne. Così, dopo più di mille anni terminava la storia di Falerii Novi in favore, paradossalmente, di Falerii Veteres. La quale col tempo cambiò nome, prima in Massa Castellania e successivamente nell'attuale Civita Castellana.

Scorci suggestivi del paesaggio che contraddistingue Falerii Novi. Sullo sfondo il monte Soratte

La visita nel sito di Falerii Novi si apre scorgendo le imponenti mura, costruite con giganteschi blocchi quadrati di tufo rosso e lunghe 2108 metri, che abbracciano i 27 ettari di territorio dell'insediamento. Tra le parti meglio conservate troviamo la porta di Giove, che si incontra appena arrivati. Essa costituisce il primo esempio di architettura etrusca in territorio falisco. L'originale della testa del Dio Giove, per secoli nella chiave di volta dell'arco, è oggi conservata nel Forte Sangallo di Civita Castellana.
Altro tesoro del sito è la duecentesca abbazia di S.Maria di Falerii. L'edificio risale al XII secolo e fu abbandonato nel 1798 dopo i gravi danni causati dalle battaglie tra francesi e borbonici. Grazie ai recenti restauri i visitatori possono ammirare appieno lo splendore del portale cosmatesco, del rosone e dell'elegante interno a tre navate con colonne doriche e capitelli corinzi.
Apprezzare le perle che il territorio di Falerii Novi custodisce, dà la possibilità di capire quanta bellezza e cultura vi sia nella Tuscia viterbese, a poca distanza da Roma. Ulteriore prova, semmai ve ne fosse bisogno, dell'infinità di luoghi unici e meravigliosi che il Lazio ha da offrire. Cultura e identità da contemplare.


Abbazia di S.Maria di Falerii, XII secolo. Interno a tre navate con colonne in stile dorico