martedì 31 maggio 2022

LA RUPE DI VICOVARO, TRA S. BENEDETTO E L'ANTICO ACQUEDOTTO


Eremi di S. Benedetto a Vicovaro (RM), Ex oratorio di S. Michele con affreschi


Il subappennimo laziale, una fascia sottile e stupenda di territorio tra la Capitale e l'Abruzzo che da nord a sud corre dalla Sabina al confine campano, costituisce uno scrigno di infiniti tesori, mete perfette per escursioni che uniscano cultura e avventura, natura e arte.
I monti Lucretili rappresentano uno dei gioielli di questo tesoro, propaggine meridionale dei monti Sabini e parco regionale. Un'area ricca di bellezza a pochi chilometri da Roma, all'interno della quale è situato il comune di Vicovaro. Qui è possibile incontrare luoghi dal grande fascino naturalistico e storico, ripide gole e fitti boschi, ma anche antiche chiese, eremi e vestigia romane. Il tutto impreziosito ulteriormente dalla bontà dei prodotti enogastronomici locali.

Eremi di S. Benedetto a Vicovaro (RM), veduta della gola dal sentiero che scende verso l'acquedotto


Gli Eremi di S. Benedetto sono sicuramente il simbolo di Vicovaro, un luogo irrinunciabile da conoscere. È possibile farlo prenotando una visita con una guida volontaria preparata e gentile come Federico (3484327797), che accompagna turisti e appassionati alla scoperta delle grotte del Santo e dell'acquedotto Claudio, percorribile per un lungo tratto. Basta una piccola torcia, anche quella dello smartphone andrà benissimo, abbigliamento sportivo e curiosità. Anche un po' di attenzione a non urtare, ad esempio, la testa nei passaggi più stretti. Ma a questo proposito vengono messi a disposizione dei caschi a protezione.

Inizio del sentiero degli eremi


Una passeggiata nei secoli da non perdere, immergendosi nella natura e nel silenzio della gola in fondo alla quale scorre l'Aniene. Suggestivo il sentiero scosceso che conduce dall'entrata agli eremi e poi all'acquedotto e il panorama mozzafiato riempe di meraviglia.

Il sentiero che scende verso l'acquedotto Claudio


L'intero luogo deve la propria notorietà alla permanenza nel 503 d.c. del Santo di Norcia. Attraverso il percorso scavato nella roccia Federico guida il visitatore, prima di giungere al tratto di acquedotto, nell'eremo denominato "Ex oratorio di S. Michele", dove avvenne un tentativo di avvelenamento di S. Benedetto. Da ammirare gli affreschi seicenteschi.

La gola e l'Aniene


Successivamente si scende lungo il ripido passaggio aggrappato alla parete, con affaccio sul fiume, fino all'imbocco di un tratto di circa 200 metri dell'antico acquedotto Claudio oggi prosciugato. Un'esperienza unica che lascia emozioni di avventure ed esplorazioni.

Una delle grotte nel territorio di Vicovaro in cui S. Benedetto visse da eremita nel 503 d.c.


Meritevole anche una visita al borgo di Vicovaro, a pochi chilometri di distanza, con l'imponente cinta muraria che abbraccia il nucleo originario e soprattutto il bellissimo tempietto di S. Giacomo Maggiore, fatto erigere per volere di Giovanni Antonio Orsini nel 1448. Uno dei più rilevanti esempi di architettura gotico rinascimentale del Lazio.

Tempietto di S. Giacomo Maggiore a Vicovaro (RM), uno dei migliori esempi di architettura gotico rinascimentale nella regione.


Con la sua storia e bellezza Vicovaro e l'area dei monti Lucretili ci dimostrano, come se ve ne fosse bisogno, che nella Regione c'è un'infinità di luoghi da conoscere oltre Roma, e che in Italia anche il più piccolo borgo racchiude un universo da incontrare.

Una delle formazioni naturali che si incontrano scendendo lungo il sentiero degli eremi di S. Benedetto a Vicovaro (RM)

lunedì 16 maggio 2022

IL CRISTO SVELATO DALLA GUERRA BENEDICE DALLA ROCCIA DI COTTANELLO

Affresco in stile bizantino del Cristo benedicente (XII sec.) su un trono gemmato affiancato dai 12 Apostoli. L'opera nell'Eremo di S. Cataldo a Cottanello (RI) venne alla luce solo nel 1944 quando i tedeschi in ritirata fecero saltare un ponte nelle vicinanze. L'esplosione danneggiò un affresco più recente che copriva quello più antico del Redentore.

 

La Sabina custodisce innumerevoli tesori. Una terra di fascino, storia e natura. Come a Cottanello, ameno borgo immerso nel verde e nel silenzio tra gli uliveti e i fitti boschi dei monti reatini. Una meta perfetta per una gita all'insegna della cultura e dell'avventura. Senza dimenticare le delizie enogastronomiche, non meno interessanti e meritevoli dei luoghi d'arte.
Il piccolo centro è grazioso e ben tenuto. Visibili le opere di recupero e ristrutturazione che hanno reso maggiormente accoglienti vicoli e palazzi. Una passeggiata interessante con lo sguardo del visitatore che spazia tutt'attorno. I passi conducono allora in direzione del vero fiore all'occhiello dell'area: quell'Eremo di S. Cataldo incastonato nella parete calcarea, in un punto da cui si gode una vista unica sulla stretta vallata ai piedi del colle su cui sorge il paese.

Cottanello vista dall'Eremo di S. Cataldo


Un luogo sacro le cui origini si fanno risalire al X secolo, quando i monaci benedettini lo utilizzarono come rifugio. Dedicato a S. Cataldo vescovo di Rochau e Taranto vissuto nel VII secolo d.c. l'eremo è caratterizzato da una piccola cappella dominata da un affresco del XII secolo in stile bizantino. L'opera rappresenta un Cristo benedicente su di un trono gemmato attorniato dai dodici Apostoli, sei dei quali riconoscibili grazie ad elementi caratterizzanti, come le chiavi per S.Pietro. Sulla gamba destra del Cristo è visibile un TAU, forse disegnato dallo stesso S. Francesco quando tra il 1217 e il 1223 sostò a Cottanello.

Eremo di S. Cataldo ( X secolo) a Cottanello (RI), incastonato nella parete calcarea


L'affresco del Redentore venne alla luce solo nel 1944, quando le truppe tedesche in ritirata fecero saltare un ponticello sottostante la chiesa. L'eremo resistette ma l'esplosione danneggiò l'affresco più recente, una veduta di Cottanello del XVII secolo, che celava quello molto più antico del Cristo benedicente. La violenza della guerra quindi, paradossalmente svelò un tesoro nascosto da secoli. A quei giorni drammatici risale anche il celebre voto. È il 10 maggio 1944, festa di San Cataldo. Gli abitanti di Cottanello sono terrorizzati dalla guerra. Nell'oratorio si celebra una messa nel corso della quale viene preso un impegno solenne: gli abitanti si asterranno del mangiare carne ogni vigilia della festa del Santo se il paese e le campagne saranno risparmiate dalle distruzioni. E così fu.

Eremo di S. Cataldo, il campanile a vela che ospita una campana settecentesca in bronzo


All'interno della cappella sono inoltre visibili altri affreschi realizzati tra il XV e il XVII secolo, che raffigurano santi vescovi e due Madonne con Bambino, mentre la volta a crociera è arricchita da scene tratte dalla Genesi, come il peccato originale e la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. Una nota merita sicuramente il campanile a vela che ospita una campana settecentesca in bronzo. Il cardinale Orsini nella sua visita pastorale avvenuta nel 1781, vide da vicino la struttra e annotò le parole Iesus Maria, ovvero parte della scritta situata sull'orlo superiore.

Affreschi di santi vescovi all'interno della cappella nell'eremo di S. Cataldo


Dopo aver soddisfatto lo spirito e la voglia di conoscenza è il momento di assaporare anche le delizie enogastronomiche locali. Storia e cultura di un territorio, infatti, non sono solo gli splendidi luoghi d'arte e gli scorci paesaggistici che rimangono nella memoria, ma anche le antiche ricette che si tramandano di generazione in generazione, e i prodotti tipici figli della terra in cui ci si trova. Identità da gustare.
A Cottanello come nel resto della Sabina, del Lazio e d'Italia. Nutrimento per lo spirito e per il corpo. Tanto sapere e sapore. Tanta bellezza da vivere.

Affresco del Cristo benedicente sovrastato dalla volta a crociera decorata con scene tratte dalla Genesi, il peccato originale e la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. In basso a sinistra una Madonna con Bambino (XV secolo)