sabato 15 marzo 2008

BUONA L'ULTIMA

Il giro di campo degli azzurri dopo la vittoria per 23 - 20 sulla Scozia (foto Dienece)


Appena in tempo. L'italrugby evita all'ultima occasione l'onta del wooden spoon, il famigerato cucchiaio di legno idealmente consegnato alla squadra che perde tutte le gare del "6 Nazioni". Lo fa battendo la Scozia 23 -20 in uno stadio Flaminio esaurito e divenuto ormai, nonostante le tribune mobili che ne hanno aumentato la capienza da 24 a 30 mila posti, tremendamente piccolo. Il Championship 2008 si chiude così, con una prestazione tutta cuore e polmoni.

Una partita emozionante ed equilibrata che gli azzurri interpretano al meglio nei primi 15 minuti, per poi inziare a subire. La prima frazione infatti si conclude 17 - 10 per gli ospiti dopo un iniziale vantaggio italiano e le sensazioni non sono positive, specie per le incomprensioni tra Masi e Picone, i due mediani. Nella ripresa il quindici del cardo sembra controllare la gara ma un intercetto del capitano Sergio Parisse a metà campo segna la svolta: Il numero 8 azzurro si invola per poi lasciare il pallone a Gonzalo Canale, che schiaccia in mezzo ai pali. Andrea Marcato trasforma facile e siamo 17 pari. Si gioca in una bolgia ma l'esito finale resta in bilico. 20 - 20 a due minuti dalla fine.

Gli azzurri premono ma non riescono a trovare varchi, fino a quando il giovane Andrea Marcato, tornato all'apertura dopo l'uscita di Masi, trova un drop fantastico che regala la vittoria all'italia e un terzo tempo magico ai tifosi.

Le mie foto del match



Il drop di Andrea Marcato che regala la vittoria nel finale

sabato 8 marzo 2008

UN 8 MARZO DA "FARFALLA"

Julia e Luna

Nel giorno della festa delle donne, Julia Butterfly ( tradotto: farfalla) Hill, statunitense di 33 anni, ha ricevuto a Parma il premio internazionale "Una mimosa per l'ambiente". La Hill è un'icona vivente della lotta contro le violenze perpetrate ai danni della Natura da quando riuscì a vivere per due anni, dal Dicembre 1997 al Dicembre 1999, su una sequoia millenaria nella foresta di Headwaters, in California. Lo fece per combattere contro le ruspe di una multinazionale, la Pacific Lumber's, decisa a disboscare l'area.

"Mi sono arrampicata su Luna, questo è il nome della sequoia, perchè mi ero convinta che dovevo fare qualcosa per fermare il massacro della foresta", racconta Julia. " Credo fermamente che se uno è testimone di un'ingiustizia e non fa nulla per evitarla, diventa complice ed è colpevole come chi, quell'ingiustizia, la provoca". La giovane "farfalla" poi, racconta le difficoltà affrontate e le intimidazioni subite dagli uomini della Pacific Lumber's: "tentarono di tagliarmi i viveri, piazzando un cordone di sicurezza nei pressi dell'albero in modo che i miei amici non potessero avvicinarsi. Poi fecero volare gli elecotteri a pochi passi da me. Quindi mi spararono in faccia luci potentissime per non farmi dormire". Ma lei resistette, a quella tortura così come a una tempesta di neve, definita serenamente da Julia "Bellissima". "Perchè in quel momento", spiega la ragazza, "con le mani e i piedi congelati, mi sono resa conto di essere una piccola parte dell'universo, un granello di sabbia di nessuna importanza mentre qualcosa di grande stava accadendo. Una presa di coscienza".

L'hanno definita "terrorista", come gli attentatori dell'11 settembre, ma lei ha comunque vinto la sua battaglia divenendo simbolo, oltre che di lotte ambientaliste, anche di un 8 Marzo diverso, lontano sia dagli slogan del '68, sia dalle derive consumiste dei giorni nostri. La storia di una donna.