lunedì 23 giugno 2008

AI RIGORI NON E' SEMPRE (DI) NATALE...

Cesc Fabregas ha appena trasformato il penalty decisivo.
L'Italia è fuori da Euro 2008 ( notedisport. wordpress.com)



Il day after di un'eliminazione dal dischetto, come quella dell'Italia di Donadoni ai quarti dell'Europeo contro la Spagna, è sempre difficile, ma dobbiamo impegnarci ad analizzare a freddo le cose.
Il bilancio è magro e non lascia spazio a interpretazioni: 4 gare disputate che hanno portato una sconfitta netta con i tulipani, due pareggi, quello con le furie rosse nei 90 minuti e il primo, alquanto rocambolesco, con la Romania e solo una vittoria con una Francia in disarmo. La cifra che sottolinea l'aspetto più significativo dell'avventura austro-svizzera, però, è quella delle reti: 3 gol fatti, ovvero un autogol, un rigore e un colpo di testa di un difensore centrale. Mai un gol su azione manovrata nè un gol degli attaccanti. Non ci è mancato, paradossalmente, tanto Fabio Cannavaro quanto il bomber del Bayern Luca Toni, mister 40 e passa gol in un anno, che non è riuscito mai a imporsi. Un pò per colpa del modulo che lo lasciava spesso solo e lontano dalla porta, un pò per colpa di una stagione serrata e sfiancante. Ad ogni modo, la sostanza non muta: Andava sostituito. Dopo tanti esperimenti e improvvisazioni tattiche a centrocampo e in difesa, infatti, nel momento in cui era chiaro l'affanno del giocatore, Donadoni avrebbe potuto, e forse dovuto provare Marco Borriello, il quasi capocannoniere della serie A dietro Alex Del Piero, altra scommessa persa, purtroppo, del ct.
Gioco sconclusionato e privo di idee quello dei Campioni del Mondo, una squadra che ha dato l'impressione di affidarsi unicamente a casuali spunti individuali. Donadoni è una persona perbene e appaiono squallidi gli attacchi personali che nell'immediato post-eliminazione lo vedono oggetto, ma ha certamente sbagliato alcune scelte, anche nella gara contro gli spagnoli, come l'impiego a oltranza di Toni e il rigore decisivo affidato al fragile Di Natale. Non è detto, però, che un ritorno di Lippi significhi automaticamente vittoria nel 2010. Valuteranno il da farsi, ad ogni modo, gli uomini preposti e valuteremo noi le decisioni che verranno prese.
Non ci resta che riflettere, infine, con malinconica ironia sui calci di rigore che, come la vita, danno e tolgono. Ma non chiamatela lotteria, please. Vincere una sfida dagli undici metri non è come giocare al superenalotto. Non solo bisogna saper tirare bene, ma soprattutto avere freddezza e lucidità per esprimere al meglio le proprie qualità. Forse non era il caso, quindi, di mandare dal dischetto, nel momento decisivo, un quasi esordiente come la punta dell'Udinese.
Pazienza, questa volta è toccato a noi.

martedì 3 giugno 2008

CANNAVARO OUT, MA I CAMPIONI SIAMO NOI

Fabio Cannavaro dopo l'infortunio ( foto dal sito repubblica.it)


Neppure iniziato e già finito. Cala il sipario sull'Europeo del capitano azzurro Fabio Cannavaro, colpito, tanto duro quanto involontariamente, da Giorgio Chiellini durante il primo allenamento della Nazionale italiana nel ritiro austriaco di Baden, vicino Vienna.
Una tegola pesantissima per la squadra di Donadoni, in procinto di intraprendere l'avventura austro-svizzera per confermare quanto di buono fatto due anni fa ai mondiali tedeschi. Il girone in cui i Campioni del Mondo sono inseriti è da brividi e non sarà certo facile raggiungere la qualificazione ai quarti di finale, anche perchè, essendo i detentori dell'aurea coppa sollevata nella notte di Berlino, Buffon e compagni sono e resteranno gli avversari da battere. Olanda, Romania e, dulcis in fundo, la vera e propria nemesi azzurra, la Francia. Un girone che sembra emergere dal sogno perfetto del tifoso teutonico e che farà scontrare fra loro le più grandi rivali della Germania, mentre questa, molto probabilmente, passeggerà nel proprio raggruppamento con polacchi, austriaci e croati, ma tant'è.
Bando alle lamentazioni però, come insegna proprio il mondiale vinto dopo calciopoli. Gli italiani, infatti, danno il meglio di sè quando sono in difficoltà e anche se lo scandalo che travolse lo sport più amato del Belpaese non è paragonabile all'infortunio di un giocatore, pur fondamentale e carismatico come il capitano della nazionale, la perdita di Cannavaro può cementare ancor più il gruppo, fugando definitivamente ogni spettro di presunzione o narcisismo. Fattore decisivo, questo, in vista di sfide che, da subito, possono segnare in positivo o in negativo per gli azzurri l'esito finale del torneo. Da un evento infausto può nascere nuova forza, quindi.
Niente paura, perciò. La rosa a disposizione dello staff italiano, infatti, benchè priva di chi fu legittimamente soprannominato Il muro di Berlino, farebbe invidia a qualsiasi commissario tecnico. Possiamo vantare un centrocampo che, forse, è riduttivo definire tra i migliori al Mondo e un attacco che non è da meno. La difesa, infine, anche senza il capitano, annovera giocatori come Fabio Grosso e Marco Materazzi, gli eroi della Coppa del Mondo, senza dimenticare il veterano Panucci e gli affidabilissimi Zambrotta, Chiellini e Barzagli.
Prepariamoci, quindi, a vivere grandi sfide in un europeo d'altissimo livello, con una nazionale che ha tutte le possibilità di imporsi ancora, come a Berlino. In bocca al lupo a tutti e forza capitano.