lunedì 13 giugno 2011

È FATTA

Esultanza dei movimenti pro referendum a Roma. L'affluenza al voto ha superato il 57%, con i Sì oltre il 90% per tutti i quesiti



E quorum fu. I quattro referendum sottoposti al voto dei cittadini hanno abbondantemente oltrepassato il 50% più uno degli aventi diritto, attestandosi al 57% di media nazionale. Al riparo, quindi, anche dall'incognita legata alle schede degli italiani all'estero, che avrebbero potuto vanificare il raggiungimento della fatidica soglia di validità se l'affluenza alle urne fosse stata inferiore al 53%.
Le regioni in cui si è votato di più sono state quelle del centro nord, con Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna (64%) su tutte. Ovunque però il quorum è stato superato, anche nel Mezzogiorno. Dal Molise, con il suo 58.6%, alla Calabria, che si è fermata al 50.3%. Segno che la mobilitazione per il voto è stata imponente in tutto il Paese. Interessanti riflessioni poi, giungono dai flussi elettorali. Gli inviti all'astensione da parte di Berlusconi e Bossi, infatti, non sono stati rispettati, dato che, secondo le rilevazioni di Emg per La7, il 44.8% degli elettori Pdl e quasi il 40% di quelli del Carroccio ha deciso di votare. Segno evidente che gli ordini di scuderia, specie quando i cittadini sentono che determinate tematiche investono profondamente la propria vita, valgono sino a un certo punto. E al di là del gioco delle parti cui la politica ha abituato gli elettori, l'invadente realtà delle questioni concrete ha finito per coinvolgere l'opinione pubblica, che supplendo, inoltre, alla sordina imposta ai referendum dalla tv su mandato dei partiti maggiori, si è andata a cercare le informazioni sul web, il vero detonatore dell'esplosione di voti, da Facebook e Twitter fino ai blog.
Un fiume carsico che scorreva veloce sotto il terreno della politica, inconsapevole in quanto distante da ciò che stava accadendo. Troppo impegnata in quelle stanche e vuote liturgie che si consumano in Transatlantico o, al massimo, nei salotti tv, tra un approfondimento sullo zio Michele e uno speciale sulle diete da spiaggia. Mentre il Paese se ne andava altrove. Un altro dato molto importante emerge infatti dall'indagine di Emg: il 66.5% degli indecisi, assieme al 25% di astenuti, si è recato alle urne. Si tratta di cittadini che, se domenica 12 e lunedì 13 giugno si fosse trattato della solita elezione, probabilmente avrebbero disertato il seggio senza troppi rimpianti. E non è detto che non tornino a farlo in futuro. Ma questa volta no. Perché non si trattava di eleggere qualcuno, ma di decidere su qualcosa. Sulla prospettiva fosca di avere centrali atomiche sul proprio territorio, e sull'idea di svendere l'acqua a qualche "capitano coraggioso".
È stata una vittoria dei movimenti e delle associazioni, non dei partiti, tranne qualche rara e benemerita eccezione. Oggi però sembra che abbiano vinto tutti. Ma è normale. Quelle stesse forze politiche, anche dell'opposizione, che hanno prima osteggiato, poi nascosto e infine subito la tornata referendaria, ora tentano di cavalcarla. Il fiume carsico sta prendendo forza e presto potrebbe far smottare ogni cosa sopra di sé. Per questo molti cercano di correre ai ripari tentando di aggrapparsi a qualcosa per non essere travolti. Ma d'ora in poi sarà più difficile dissimulare, perché il voto del 12/13 giugno ha sancito la volontà di milioni di cittadini di discutere e decidere su temi concreti senza deleghe in bianco: dall'ambiente al territorio, dalle energie pulite all'innovazione. Delle piccole polemiche catacombali che tengono il paese costantemente inchiodato alla solita propaganda, solo perché la politica non è in grado di proporre altro, nessuno vuol più sentir parlare.
Quello dei referendum non è stato un voto sull'oggi, ma sul futuro e per le generazioni che verranno.



Piazza Bocca della Verità inizia a riempirsi di esponenti e simpatizzanti dei movimenti referendari all'arrivo dei primi dati che confermano il superamento del quorum per tutti e 4 i quesiti. L'affluenza è stata pari al 57.05% su scala nazionale.



L'affluenza per i referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento ha superato il 57%. I referendum sono validi: a Bocca della Verità iniziano i festeggiamenti dei referendari


mercoledì 8 giugno 2011

SÌ, VOTA

Dopo la Corte di Cassazione anche la Consulta si è pronunciata a favore del referendum sul nucleare. Il 12 e 13 giugno si vota su 4 quesiti: Acqua, nucleare e legittimo impedimento.



Voteremo anche sul nucleare. La Corte Costituzionale, all'unanimità, ha infatti respinto l'estremo tentativo del governo di bloccare il più temuto dei quattro quesiti referendari del 12 e 13 giugno, quello maggiormente trainante per il quorum. Pochi giorni prima era stata invece la Corte di Cassazione a pronunciarsi in favore della consultazione sull'atomo, stabilendo che la controversa moratoria contenuta nel decreto legge omnibus e decisa dall'esecutivo per prendere tempo e far dimenticare la tragedia di Fukushima, non lasciava decadere le norme che i referendari volevano abrogare. D'altra parte era stato lo stesso premier Berlusconi, durante un vertice con il presidente francese Sarkozy, a confermare la volontà di sfruttare l'escamotage del rinvio solo per impedire un voto molto pericoloso per i fautori del nucleare. Quindi ora la parola passa definitivamente alle urne.
L'ultima arma rimasta in mano agli avversari dei referendum, però, è anche quella più potente: l'astensione. Non potendo evitare i seggi, infatti, si punta ora a farci andare meno gente possibile, per non far raggiungere il 50% più 1 degli aventi diritto. E così, tra appelli ad andare al mare e spot tv contorti e mandati in onda a orari improbabili, ha fatto la propria comparsa persino il lapsus. In due distinte occasioni, infatti, prima il Tg1 e poi il Tg2 parlando dei referendum hanno indicato date sbagliate . La rettifica è giunta il giorno seguente, ma l'episodio rimane e suscita sospetti.
Ad ogni modo domenica 12 e lunedì 13 gli italiani avranno l'opportunità di pronunciarsi su temi concreti e importanti, che riguardano l'avvenire del Paese. Questa volta non si tratta di scegliere il candidato di un partito o il simulacro di un'ideologia. Non dobbiamo votare per nessuno, dobbiamo votare per noi.