lunedì 6 luglio 2009

TESORO DA CUSTODIRE

Le Tre cime di Lavaredo, uno dei simboli delle Dolomiti, ora patrimonio dell'Unesco



L'umanità celebra le Dolomiti, ora bisognerà proteggere le Dolomiti dall'umanità. Lo scorso 26 giugno, in occasione del suo 33° congresso a Siviglia, l'Unesco, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, ha inserito i Monti Pallidi nella lista delle meraviglie del mondo, le perle più preziose di Madre Natura. Un elenco che comprende non più di 199 siti sulla Terra e di cui, in Italia, solo le Isole Eolie fanno parte dal 2000. Un'area di 142 mila ettari , più altri 90 mila di zona cuscinetto esterna, divisi in 5 province. Si va da Bolzano a Udine, passando per Trento, Belluno e Pordenone, in un viaggio lungo 3 Regioni. Dopo la conquista e il riconoscimento, quindi, inizia il vero lavoro, quello di valorizzazione nella preservazione. Sviluppo e tutela per un territorio stupendo e fragile, un cristallo tanto prezioso quanto delicato.
"La pubblicità regalata dall'Unesco" scive Paolo Conti sul Corriere della Sera del 27 giugno "può diventare per paradosso uno strumento di distruzione se non si è virtuosi e non si sa gestire il territorio. Ovvero: più turisti, colate di cemento, deroghe ai piani regolatori in nome delle nuove necessità e dell'occupazione. Con un risultato già scritto: la cancellazione delle Dolomiti per aver deturpato un bene, e un panorama sfigurato per sempre, poiché l'edilizia incontrollata è purtroppo uno sfregio permanente". Tali abusi non produrrebbero solo la perdita della medaglia, ma soprattutto la morte del territorio e del candore di luoghi già ora preda di speculazione e turismo irrispettoso. L'Italia, sfortunatamente, non è un esempio di rettitudine in materia di salvaguardia delle proprie straordinarie peculiarità paesistiche. Dall'inquietante progetto relativo alla costruzione della tangenziale di Cortina D'Ampezzo, alle seconde e terze case che proliferano nelle località maggiormente in voga, raggiunte spesso dai vacanzieri con grosse auto invasive e inquinanti.
"Proibire i dannati suv" sostiene, sempre sulle colonne del Corriere, Mauro Corona, scrittore, scultore e alpinista che vive a Erto, paesino delle Dolomiti friulane. "Quando va a piedi, il turista si seleziona da solo per gradi di camminata. Deve arrivare in zona, ma quando è lì deve bloccare la macchina e buttare le chiavi nel torrente. Quando ritorni l'auto deve avere sopra un dito di polvere. E basta anche con gli impianti di risalita, non ne servono più". Non ha senso lo sviluppo se questo si crea sul cadavere dell'area e di chi vi abita. Tale crescita economica, infatti, sarebbe drammaticamente effimera dato che, una volta violata la purezza dei paesaggi, verrebbe meno anche l'attrattiva e, quindi, turismo e denaro. "Ho visto altre montagne del mondo" conclude Corona "ma queste sono misteriose, sono affettuose, fanno capire anche a chi viene da lontano che è parte di questo ambiente. Ti rilassano".
I timori che si verifichino gravi speculazioni ai danni dei Monti Pallidi sono fondati, specie se si considera l'altissimo numero di abusi edilizi sulle coste italiane, altro patrimonio del nostro Paese. "Due reati a chilometro lungo i 7.400 chilometri di costa", denunciano Legambiente e Goletta Verde attraverso il loro ultimo rapporto dal nome emblematico, Mare Monstrum. "Solo nel 2009, e siamo ancora a metà anno" scrive Michele Manno, citando il rapporto, sul Corriere della Sera del 27 giugno "si sono registrate 3.674 infrazioni e sono scattati 1.569 sequestri e 4.697 denunce. Tra le regioni che hanno il triste primato figurano la Campania (2.776 infrazioni accertate a vario titolo), la Sicilia (2.286), la Puglia (1.577) e la Calabria (1.435). [...] Stupisce la Sardegna, l'isola che dovrebbe essere un paradiso si piazza al quinto posto con ben 1.301 infrazioni accertate". Una triste prassi del Belpaese, quindi, quella della devastazione ambientale sistematica, che non lascia ben sperare per il destino della neo perla dell'Unesco.
Prima di disperare, però, attendiamo di vedere come procederanno gli Enti pubblici preposti nella gestione di quella che rimane una straordinaria opportunità e, soprattutto, quanto le popolazioni locali, che vivono le Dolomiti quotidianamente, vigileranno su quell'inestimabile tesoro che altri ammirano solo da lontano o si limitano a contemplare da turisti per qualche giorno. "[...] Le Dolomiti non sono comparabili con alcuna altra montagna al mondo" esulta Reinhold Messner, alpinista ed esploratore. "Mi auguro che possano essere viste con nuovi occhi, come forma del Creato, come immensa ricchezza per tutti e non come pura attrazione da cartolina, per attirare solo un turismo di massa".
L'obiettivo è quello di interpretare al meglio la vetrina offerta dall'Unesco, non per promuovere semplicemente un prodotto, ma per educare le persone alla bellezza metafisica dei Monti Pallidi. Aulici ed eterei. Unici al mondo.