domenica 18 dicembre 2016

L'EREDITÀ DEL BERNINI NELL'ANTICA MONTERANO


Antica Monterano, il tramonto sulla Chiesa di S. Bonaventura di Gian Lorenzo Bernini


Orgogliose mura, testimoni consunti d'antichi fasti, si dipingono di rubino salutando il sole al tramonto. Tutt'attorno boschi fitti e affascinanti che si stendono fin dove l'occhio può arrivare, l'armatura verde della terra.
L'Antica Monterano, gioiello medievale meravigliosamente conservato nel verde dell'omonima Riserva Regionale di oltre 1100 ettari a nord ovest di Roma, sussurra i propri segreti a chi si voglia spingere fino alle pendici della ripida collina dove troneggia l'imponente acquedotto a doppio ordine, costruito per sopperire alla carenza d'acqua dell'area.
Seguendo poi il sentiero che aggira il pendio si incontra il profilo della chiesa di S. Bonaventura con annesso convento, entrambi progettati dal genio di Gian Lorenzo Bernini su incarico di Papa Clemente X Altieri tra il 1677 e il 1679. Lo stesso artista ideò la fontana ottagonale originariamente posta di fronte alla chiesa e oggi conservata nella cittadina di Canale Monterano, a pochi chilometri dal borgo antico.
Dando le spalle all'edificio sacro, si sale lungo un sentiero chiuso da alte alberature verso la cinta muraria del borgo, dove spiccano le vestigia auliche della chiesa di S. Rocco e di palazzo Altieri. Da qui è possibile contemplare la vallata del fiume Mignone, minacciata da opinabili progetti infrastrutturali, in un emozionante volo spirituale di colori e sfumature, non prima di essersi fermati a guardare la fontana del Leone. Un ultimo sguardo al campanile della chiesa di S. Maria Assunta, prima di scendere con la calma che si conviene a chi vuole assaporare ogni secondo in luoghi pulsanti di storia e magia.


Antica Monterano, la valle del Mignone dalla rocca del borgo


lunedì 21 novembre 2016

TERRE DELLA FARNESIANA, PAESAGGI E COLORI DELLA TUSCIA LAZIALE


Vacche maremmane nelle Terre della Farnesiana


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Sentieri e sterrati che si inerpicano lungo i fianchi sinuosi di colli fertili e assolati, fino alle pendici di falesie solitarie avvolte da boschi popolati di ombre e colori.
Lungo il cammino si incontrano antiche vestigia, resti di secoli trascorsi, eco di glorie lontane ma vive nel ricordo silenzioso delle alberature secolari, imponenti colonne del cielo, cresciute attorno alle orgogliose rovine. Quasi a proteggerle, guardiani del tempo, da un oggi ingrato e minaccioso.

Un cavallo passeggia nel sito medievale di Cencelle


Terre della Farnesiana, lembo di territorio nobile e romantico racchiuso tra Civitavecchia e i borghi di Allumiere e Tolfa nel Lazio nord occidentale. Paesaggio e storia, cultura e natura convivono nel silenzio e nelle evocative tonalità che il sole disegna sulle fronde e sulle rocce, modellando il suolo nel lento divenire delle stagioni. 
Dai casali alle alte rocche che si stagliano all'orizzonte, visitando chiese nascoste dalla vegetazione rigogliosa e ristorandosi godendo di buon cibo e panorami caleidoscopici.


Passeggiando lungo i sentieri della Farnesiana


Dall'insediamento medievale di Cencelle alla chiesa della Farnesiana, contemplando bastioni di roccia e vecchie ferrovie abbandonate che corrono quiete tra il verde e la storia. Sotto l'occhio vigile delle bianche mucche maremmane dalle caratteristiche corna ondulate, mansuete osservatrici della vita in una terra meravigliosa, da scoprire e amare.

I colli della Farnesiana al tramonto


giovedì 3 novembre 2016

IL FASCINO DELL'ANTICO PORTO DI ROMA


La strada colonnata


Un tempo luogo di commerci, oggi poesia si storia e archeologia immersa nel verde.
Le antiche vestigia dei porti degli imperatori romani Claudio e Traiano, nell'attuale Comune di Fiumicino a pochi passi dalla modernità dell'aeroporto della Capitale, sono gemme di un territorio che affonda le proprie radici nei millenni. Un percorso romantico ed evocativo che si snoda attraverso sentieri tracciati nei meandri delle Ere.
Prati e boschi, biodiversità e cultura. Un viaggio nei secoli, dai magazzini di Traiano al portico di Claudio e all'imponente strada colonnata, fino alla darsena che appare come una lingua d'acqua protetta dall'abbraccio della vegetazione. E poi i magazzini di Settimio Severo, anticamera  della magnificenza dell'Esagono, il bacino costruito dall'imperatore Traiano oggi oasi naturalistica di oltre 32 ettari.
L'antico porto di Roma Imperiale, un'avventura degli occhi e dell'anima in un luogo che racchiude molteplici meraviglie, da scoprire e raccontare.


I magazzini di Settimio Severo

   

lunedì 17 ottobre 2016

CASTELPORZIANO, SCRIGNO SVELATO D'ARTE E NATURA


Alberature secolari nei boschi di Castel Porziano

Gemma inestimabile di cultura e paesaggio a 25 chilometri dal centro storico di Roma, posata sul territorio Laurentino dalla periferia sud della Capitale fino al mare. Universo di meraviglie che i secoli hanno tramandato sino ai giorni nostri e che l'uomo, questa volta, ha saputo e voluto preservare.
La Riserva naturale di Castelporziano apre i propri tesori alla vista del pubblico grazie all'impegno del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica e all'assistenza del personale volontario che accompagna i visitatori durante i percorsi all'interno della tenuta storica, per narrarne la straordinaria bellezza.
L'immensa e splendida area naturale si estende su 6.039 ettari con un patrimonio di biodiversità assolutamente unico.
Dalle foreste di pianura al paesaggio costiero, dalla storia all'archeologia con le testomonianze dell'area di Tor Paterno, fino alle zone umide.


Tratto di acquedotto romano sul percorso di visita dell'area di Tor Paterno

E poi la ricerca scientifica sul cambiamento climatico e lo studio dell'avifauna migratoria, nonché la grande varietà di habitat ed ecosistemi che hanno consentito l'inserimento di Catelporziano nella rete Natura 2000, con l'individuazione di Siti d'importanza Comunitaria e zone di Protezione Speciale.
Un'occasione imperdibile poter contemplare tale beltà tutelata con impegno e dedizione, specie in un territorio, quello dell'area metropolitana della Capitale, flagellato nei decenni dalla speculazione e dal cemento selvaggio sparso da selvaggi. 
La Riserva di Castelporziano è un'autentica arma educativa, uno strumento di  elevazione dell'animo umano. Un modo per poter sottolineare che vivere in un mondo in cui la bellezza viene preservata è possibile.

Album


Alberature secolari all'interno della tenuta di Castel Porziano

giovedì 4 agosto 2016

MERANO E I GIARDINI DELLA PRINCIPESSA

Merano e le sue montagne

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Nel cuore delle Alpi, adagiata su una vallata incastonata tra le vette, Merano è il secondo centro della provincia autonoma che prende il nome dalla più grande Bolzano, una manciata di chilometri più a sud.

Merano, il Duomo

Tra le vie del centro che si animano di turisti ed escursionisti specie durante l'estate spiccano gli eleganti palazzi che sprigionano mitteleuropa. Scorci che sembrano rubati da dipinti romantici si rivelano al visitatore lungo la passeggiata Tappeiner, che circonda ad anello il borgo antico come un abbraccio, inoltrandosi tra i dolci pendii verdeggianti e ordinati.

I giardini di castel Trauttmansdorff

Dopo aver curiosato per il centro è d'obbligo una visita ai celebri giardini Trauttmansdorff, poco fuori città tra colline punteggiate di vigneti e boschi. Un luogo incantato dove nel 1870 per sette mesi abitò l'imperatrice d'Austria, la principessa Sissi.

I giardini di castel Trauttmansdorff

Passeggiare per Merano rasserena l'animo e, al contempo, fa riflettere su come possano convivere tanto armoniosamente natura, storia e presenza umana in un contesto urbano. Spazi perfettamente curati e realizzati al fine di garantire un'altissima qualità della vita nel rispetto delle radici e del contesto naturale particolarissimo, quello alpino. 


Particolare dei giardini di Castel Trauttmansdorff - Merano

lunedì 18 luglio 2016

GHIACCIAI E CASTELLI TRA LE MONTAGNE DELLA VAL D'AOSTA

Castello di Fenis, XII sec.

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Antichi manieri arroccati su picchi taglienti, o placidamente adagiati lungo docili pendii, vegliano sulle nevi eterne che esplodono di luce oltre le nuvole, nel regno dei quattromila metri al di sopra di valli rigogliose e boschi verdeggianti, dimora perfetta e accogliente per le nobili creature che popolano quei luoghi.

Lac Goillet, Plan Maison (2516 mt). Il Cervino sullo sfondo

Nel lembo nord-occidentale d'Italia, una natura preservata e rispettata nella sua dirompente meraviglia convive armoniosamente con secoli di arte e cultura plasmati nel tempo dalla presenza dell'uomo. Un esempio al contempo edificante ed efficace, quello rappresentato dalla regione autonoma della Val D'Aosta, di come gli inestimabili tesori paesaggistici e storici dovrebbero sempre essere considerati dalle Istituzioni e dalle comunità.


Breithorn (4164 mt)



martedì 14 giugno 2016

PORTA S. SEBASTIANO, ROMA VISTA DALLE SUE MURA

 



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Lo skyline è di tutto rispetto: dal parco dell'Appia Antica all'Eur, fino al Campidoglio. Dalla terrazza più alta di Porta S. Sebastiano, antico bastione sud delle mura capitoline e oggi splendido museo, si gode di una vista notevole e sorprendente della Città Eterna. Prima di contemplare Roma dalla torre però, un percorso affascinante ci porta lungo il camminamento interno alle mura.


Uno stretto passaggio chiuso da un lato, quello fortificato che dà su viale di Porta Ardeatina una decina di metri più in basso, e aperto dall'altro sul verde dei giardini meravigliosamente fioriti in questa stagione.


Bellezza immortale da ammirare in silenzio, facendo viaggiare l'immaginazione tra i colori e la storia, quella di luoghi che regalano scorci unici da preservare e rispettare. 


Particolare del camminamento interno alle mura di Porta S.Sebastiano

giovedì 5 maggio 2016

FORTEZZE DELLA CULTURA, I CASTELLI DI BOLZANO

Bolzano, Castel Firmiano

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Silenziosi guardiani di città e vallate che nel corso dei secoli hanno scorto distrattamente, dall'alto di monti e colli, il fugace potere degli uomini nascere e morire. Ora questi austeri edifici, abbandonato il clangore delle armi e le grida dei soldati, divengono bastioni di storia, cultura e natura.
Castel Roncolo e Castel Firmiano dominano Bolzano rispettivamente da nord e sud-ovest, alle due estremità della conca su cui si adagia la città altoatesina dei fiumi Isarco e del Talvera. Oggi le mura visibili da lunga distanza proteggono capolavori, memoria, radici.

Castel Roncolo

Castel Roncolo conserva nelle proprie ampie sale il più importante ciclo di affreschi profani in stile gotico del Tirolo e dei Paesi di lingua tedesca. Opere ispirate ai poemi cavallereschi e ad altri soggetti non biblici, meravigliosamente preservatisi. Il visitatore può passeggiare avvolto dalla storia che gli parla sia dalle pareti lucenti di colore e popolate di figure dal realismo impressionante, sia dai camminamenti protetti da mura merlate. Autentica poesia.

Castel Roncolo, Casa d'Estate - Le Triadi

All'ombra della grande "Torre bianca", simbolo di Castel Firmiano, si trova invece una delle sedi dell' MMM, il Messner Mountain Museum. Il percorso si snoda lungo tutto il perimetro dell'antica struttura, unendo quindi il fascino intrinseco del luogo con la magia delle montagne eterne e della storia dell'alpinismo. Uno splendido viaggio filosofico e religioso, oltreché storico e culturale, nella spiritualità che lega uomo e vette, cielo e terra. Un percorso romantico che stimola l'amore per la natura prima che quello per l'avventura.

Castel Firmiano, Messner Mountain Museum

Castel Roncolo e il Messner Mountain Museum di Castel Firmiano, due luoghi che sembrano appartenere a una dimensione altra, rispetto al caos e all'aridità che pervadono la quotidianità dell'uomo oggi. Fortezze di elevazione dell'anima.


Castel Firmiano


venerdì 15 aprile 2016

BOLZANO, CITTÀ VERDE ALLA CONGIUNZIONE DI FIUMI E CULTURE

Piazza Walther, Duomo gotico


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Placidamente adagiata su un'ampia vallata alla congiunzione del Talvera e dell'Isarco e racchiusa da una corona di svettanti montagne i cui pendii più bassi sono punteggiati di ordinati vigneti, Bolzano si apre agli occhi del visitatore in tutta la sua bellezza, consegnata dai secoli alla modernità.

Panorama dal lungofiume Talvera - Catinaccio

Dalle vestigia medievali al celebre duomo gotico, fino al simbolo della città, Piazza Walther, inaugurata nell'ottocento. E poi i caratteristici edifici vivacemente decorati di quel centro storico circondato dal verde e solcato da vicoli in cui vale la pena perdersi, per scoprirne i segreti. Senza dimenticare i monumenti risalenti ai primi del novecento, come l'arco di piazza della Vittoria e le molte chiese ricche di opere d'arte che troneggiano e nobilitano ulteriormente un luogo che rappresenta un crocevia culturale tra Italia e mitteleuropa.

Chiesa di San Giovanni in Villa, affreschi del 1365 circa

venerdì 1 aprile 2016

PALAZZO SPADA, GRANDEZZE ILLUSORIE E REALI SI INCONTRANO NELL'ARTE

La celebre "Finta Prospettiva" di Francesco Borromini

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La distribuzione dello spazio può assumere caratteristiche sorprendentemente diverse, suscitando tuttavia la medesima meraviglia negli occhi di chi si soffermi ad ammirare la bellezza.
Palazzo Spada, splendido edificio cinquecentesco nel Rione Regola a Roma, lungo il percorso che da piazza Farnese conduce a via Arenula, rappresenta una meta irrinunciabile per chi vuole gustare il fascino della Capitale.

Galleria Spada, interno

Oltre i sontuosi stucchi, le sculture e le decorazioni che pervadono e nobilitano la struttura, a sorprendere sono due tesori in particolare: la celebre "Finta Prospettiva" creata dal genio di Francesco Borromini e il museo.
La prima perla è una galleria che appare al visitatore lunga oltre 30 metri mentre in realtà ne misura meno di 10, grazie a un sapiente gioco di piani convergenti e punti di fuga.


La seconda è costituita dalle opere esposte nelle quattro sale site qualche metro sopra la creazione borrominiana; un affascinante esempio di pinacoteca antica con i quadri disposti in modo tale da integrarsi dolcemente nel contesto del museo.
Lo spazio interpretato, quindi, in due modi opposti: come visione illusoria e al contempo reale, armonico abbraccio. Due anime in uno stesso corpo, unite dalla magnificenza immortale dell'arte.

La celebre "Finta Prospettiva" di Francesco Borromini

martedì 8 marzo 2016

BACCO E BARCO, SAPORI E STORIA A MONTE PORZIO CATONE

Le vaste sale e le lunghe gallerie del Barco Borghese


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Il Museo diffuso del vino e il Barco Borghese : due tasselli di un mosaico millenario che disegna il profilo affascinante dei Castelli Romani e, in particolare, di un lembo di questi: il territorio di Monte Porzio Catone.
Un interessante percorso che stimola la voglia di avventura, tra gallerie e sale d'età romana dalle alte volte sormontate da una grande piana quadrangolare. Le origini del Barco Borghese si perdono negli enigmatici meandri del passato, e ancora oggi non è chiaro cosa dovessero sorreggere quelle immense fondazioni che sono sopravvissute ai secoli per giungere intatte fino a noi.

Barco Borghese, esterno
 
Le vaste sale e le lunghe gallerie, infatti, che il visitatore può percorrere grazie all'impegno dell'associazione Manacubba che organizza puntuali visite guidate, altro non sono che strutture architettoniche atte a sostenere qualcosa di cui, tuttavia, non si sono trovate tracce o resti. La distesa verde perfettamente orizzontale che giace sulle spalle delle grandi volte non ha quindi svelato il mistero. Resta indubbia la bellezza di quel luogo, ragione valida da sola per fargli visita immergendosi nelle meraviglie della Storia.

Monte Porzio Catone, interno del Museo diffuso del vino

A pochi chilometri dal Barco, nel centro storico di Monte Porzio Catone, si trova poi il Museo diffuso del vino. Uno scrigno di conoscenza e tradizioni che narra dell'antica sapienza vitivinicola di queste aree. Radici e cultura, sapori e profumi promanano dalle sale e dagli strumenti conservati. Oggetti che raccontano della fatica e della passione che ancor oggi creano bontà.
Un territorio che ad ogni passo presenta tesori inestimabili da scoprire o ritrovare, per vivere lo splendore dei secoli.

Monte Porzio Catone, interno del Museo diffuso del vino

lunedì 15 febbraio 2016

VILLA GIULIA, GLI ETRUSCHI TROVANO CASA NEL RINASCIMENTO

Area espositiva, Pyrgi


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La misteriosa cultura di uno dei popoli più affascinanti della storia svela i propri segreti in uno scrigno d'eccezione. Il Museo Nazionale Etrusco e il palazzo che lo ospita, Villa Giulia, costituiscono insieme un unico mosaico d'arte, splendore nello splendore.
Un luogo unico al mondo per vivere l'esperienza dei secoli, siano essi rappresentati da ciò che è protetto all'interno di teche o esposto nelle gallerie, oppure al di fuori dei percorsi tematici, come l'apparato decorativo della villa, gli affreschi, lo stupendo ninfeo.

Centri dell'Umbria

Dall'VI secolo a.c. al Rinascimento, dal profilo evocativo dei celebri sposi immortalati sull'opera simbolo non solo del Museo, ma della stessa civiltà etrusca, agli affreschi del portico ad emiciclo di Pietro Venale da Imola. Senza dimenticare il primo "Teatro d'Acque" di Roma, caratteristica peculiare del palazzo e capolavoro d'ingegno e fantasia non meno importante dei tesori esposti nelle sale.

Ninfeo

Il museo di Villa Giulia, oltreché meta irrinunciabile per chiunque voglia comprendere la cultura etrusca ed arricchirsi intellettualmente, è un baluardo di conservazione e preservazione di ricchezze archeologiche in una terra, il Lazio in generale e la Provincia di Viterbo in particolare, flagellata dal commercio illegale di opere d'arte.

Villa Giulia, cortile centrale

Una visita a quelle sale, quindi, vale anche come testimonianza di solidarietà a chi si spende per consentire a tutti di godere di tale meraviglie.    

Il Sarcofago degli Sposi da Cerveteri, (VI secolo a.C.)

domenica 31 gennaio 2016

NECROPOLI DI PORTUS, LA BELLEZZA CHE SOPRAVVIVE ALL'INDIFFERENZA

Necropoli di Portus, edificio funerario


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E insistono a chiamarla petrolio. Anche se non inquina, non deturpa, non crea guerre e soprattutto non è altrettanto importante per il potere. È la bellezza che emana dagli innumerevoli luoghi di storia e cultura, spesso abbandonati a sopravvivere in una condizione di imbarazzante clandestinità figlia dell'incuria e dell'indifferenza di chi dovrebbe promuovere il meglio del Paese.

Necropoli di Portus, mosaici lungo il tratto della via Flavia Severiana al centro del sito

La necropoli di Portus a Fiumicino, nella zona chiamata Isola Sacra compresa tra i rami naturale ed artificiale del Tevere è uno di questi esempi: decisamente difficile da trovare in assenza di una segnaletica minimamente adeguata e aperta di rado grazie all'impegno dei pochi custodi e di guide appassionate e preparate, come quelle che accompagnano i visitatori nelle escursioni organizzate dalla Cea, Centro Educazione Ambientale. Ma ne vale la pena, perché si tratta di un'utentica meraviglia.

Necropoli di Portus, veduta

Un complesso venuto alla luce nel 1925 costituito da oltre 200 edifici funerari ricchi di decorazioni sorprendentemente conservate. Una piccola Pompei romana che narra una storia di secoli, a partire dalla fine del I secolo d.C, fino al IV secolo d.C.

Necropoli di Portus, edificio funerario, mosaico

Il breve tratto della via Flavia Severiana, il solo conservatosi, che taglia il centro della necropoli, testimonia il ruolo che quel luogo ricopriva nei collegamenti tra le antiche Ostia e Portus. Passeggiare nel verde che circonda le tombe e avventurarsi all'interno di queste, ammirando iscrizioni e rilievi, decorazioni e testimonianze riporta indietro nel tempo, alle vite di chi fu sepolto lì: artigiani e commercianti, marinai e medici.

Necropoli di Portus, sarcofago decorato

Al termine della visita si lascia Portus sicuramente arricchiti ma anche, purtroppo, tristemente consapevoli che se quelle testimonianze inestimabili si trovassero ad altre latitudini godrebbero di ben altra considerazione da parte delle Autorità competenti e di adeguata fama nel mondo. Altro che petrolio.


 Necropoli di Portus, Isola Sacra, uno degli oltre 200 edifici funerari