giovedì 28 marzo 2019

IL BORGO DEI CALANCHI CONTINUA A VIVERE SULL'ARGILLA




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Un fragile lembo di terra in perenne lotta con la propria natura cadùca sostiene da secoli l'unicità e l'indicibile bellezza di Civita di Bagnoregio. Pugno di case antiche, isola instabile minacciata da una tempesta silenziosa, quella che disgrega le rocce argillose troppo deboli per fronteggiare i colpi del vento e dell'acqua. Un destino che appariva segnato. La "Città che muore" veniva infatti definito questo piccolo gioiello della Tuscia viterbese, a due passi dalla splendida quiete del lago di Bolsena e incastonato nella famosa Valle dei Calanchi, particolari solchi sui fianchi delle friabili colline.
Quasi delle ferite inferte dall'erosione, cicatrici che tuttavia conferiscono fascino epico. Come un guerriero dopo mille battaglie. Un eroismo malincolico, titanico e sofferente allo stesso momento. L'immagine del borgo che non vuole morire rimanda a luoghi lontani, fantastici: deserti e gole arse da soli lontani. Altri continenti o libri d'autori visionari.


Civita di Bagnoregio (VT), perla della Tuscia viterbese.

Fortunatamente Civita di Bagnoregio non corre più i pericoli d'un tempo. Molti i lavori che sono stati realizzati per rinforzare l'anima delicata del colle su cui sorge il paese. I fianchi cagionevoli di quest'antica ma tenace signora sono stati consolidati ed altri interventi hanno permesso agli abitanti e ai molti estimatori di tirare un sospiro di sollievo.
I turisti possono continuare così ad ammirare un luogo onirico, in cui la natura crea mille sfumature straordinarie da cogliere con pazienza, contemplando da punti ed angolazioni diverse l'impatto della luce sulla vegetazione rada ma generosa di emozioni. Respirare i colori di quest'angolo di Tuscia è parte integrante di una visita che rimarrà nel cuore. Come tutto, del resto, del patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano. Meravigliosa identità.


Civita di Bagnoregio (VT), perla della Tuscia viterbese.