giovedì 7 dicembre 2017

GOLE DI FRASASSI, UOMO E NATURA INSIEME NELLA BELLEZZA


Grotte di Frasassi. "I giganti", stalagmiti alte oltre 20 metri all'interno dell'"Abisso Ancona" l'ambiente ipogeo più grande d'Europa


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Colonne plasmate dal tempo goccia dopo goccia si stagliano ipnotiche in spazi dalle distanze sfuggenti. Un tempio, opera di un grande architetto, che sembra nascere dalla roccia all'interno di una cavità. Il fascino austero di uno dei monumenti romanici più importanti della Regione. 
Siamo a circa 60 km da Ancona nel territorio del Comune di Genga, entroterra marchigiano. Il fiume Sentino scorre sotto di noi in uno stretto passaggio tra due alti bastioni di roccia avvolti dalla vegetazione del Parco Regionale Gola della Rossa e Frasassi, nell'area dei Colli Esini. Luoghi traboccanti di bellezza che regalano scorci unici.

Grotte di Frasassi, stalagmiti e stalagtiti brillano nella penombra di riflessi eterei

Un viaggio che inizia tra stalagmiti e stalagtiti che brillano di una luce pallida, eterea nelle maestose aule edificate dalla natura. Le Grotte di Frasassi dove il tempo assume forma fisica, tangibile. Quella di sculture d'acqua. In questi ambienti che sembrano provenire da una visione onirica, l'uomo si muove timoroso e finalmente consapevole della propria caduca insignificanza. Una delle aree speleologiche più importanti d'Europa che iniziò circa 1.400.000 anni fa a subire un processo d'erosione che portò la formazione di anfratti, insenature e cavità protette da pareti a strapiombo.
Scoperte nel 1971 e visitabili dal 1974 le grotte di Frasassi offrono differenti percorsi pur non essendo totalmente aperte al pubblico. Il percorso turistico si snoda per 1600 metri nel cuore della montagna. Dall'imponenza dell'Abisso Ancona, l'ambiente ipogeo più grande d'Europa che potrebbe contenere il Duomo di Milano, ai "Giganti", stalagmiti alte oltre 20 metri. E poi concrezioni dalle forme cangianti che stimolano la fantasia in un ambiente dove la luce disegna continuamente nuove favole.


Il tempio ottagonale di Giuseppe Valadier all'interno della grotta di Frasassi, a poca distanza dalle omonime grotte.
Sono molteplici i tesori da scoprire. A 1 km dall'ingresso delle grotte, infatti, da un piccolo spiazzo si snoda un sentiero nascosto dagli alberi che si inerpica lungo il fianco di una delle pareti svettanti al di sopra della gola. Una salita appena ripida conduce ad una grotta naturale i cui confini sfuggono all'occhio del visitatore, perdendosi nel buio del monte.
Ad attirare l'attenzione però è il tempio ottagonale di travertino al centro della cavità, fatto erigere nel 1828 dal papa Leone XII, nativo di Genga su progetto del celebre architetto Giuseppe Valadier. Accanto, il santuario della Madonna di Frasassi, "infrasaxa", all'interno della grotta. Ovunque ci si volti lo sguardo si riempie di meraviglia. Natura e arte, uomo e tempo uniti dalla bellezza.Ridiscendendo non si può non soffermarsi ad ammirare la chiesa romanica del XI secolo di S. Vittore delle Chiuse. Edificio di grande fascino e misteriosità.
In questo magnifico lembo di Marche non ci si stanca mai di lasciarsi trasportare dall'infinito, travolti dall'incanto.


La chiesa romanica di S. Vittore delle Chiuse (XI sec.), a poca distanza dall'ingresso delle grotte di Frasassi.

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