lunedì 19 marzo 2012

SAN PATRIZIO AZZURRO

Lo stadio Olimpico esaurito in occasione di Italia-Scozia
del 17 marzo 2012 ultimo turno del Sei Nazioni

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Il cucchiaio di legno prende la via di Edimburgo. L'italrugby batte 13-6 la Scozia nell'ultima giornata di Sei Nazioni 2012 e in un colpo solo la supera nel ranking internazionale, rubandole l'undicesima posizione, e la condanna alla doppia onta dell'ultimo posto, con relativo wooden spoon, e del whitewash, l'imbiancata nella quale incorre tristemente la squadra battuta da tutte le altre nel torneo. Nel giorno verde per eccellenza dedicato a San Patrizio, patrono d'Irlanda, il cielo, come cantavano a fine gara i tifosi di Roma sulle note di Rino Gaetano, "è sempre più blu".

 Mirko Bergamasco al piede

Parisse e compagni non potevano disertare una festa già pronta, in uno stadio Olimpico gremito come non si vedeva da tempo neppure per l'amato calcio, anche perché bisognava celebrare degnamente Fabio Ongaro, all'ultima gara in Nazionale dopo 12 anni e 81 caps. Un gigante.
Le 73 mila persone con berretto tricolore d'ardinanza affluite nel corso della mattinata al Foro Italico da tutto il Paese erano lì per assistere a qualcosa di diverso dal solito. Non solo l'evento sportivo in sé, con tutto il suo contorno di birre, terzi tempi e atmosfere leggere e serene.


Quel contesto puramente sportivo di cui molte volte si era parlato, sottolineando le differenze con gli stadi di calcio pieni di poliziotti e tensione. E pazienza se alla fine a esultare erano puntualmente gli altri, per noi era bello anche così. Ma stavolta no, c'era bisogno di vincere. Per i tifosi e per il futuro di un movimento comunque in crescita costante.
Una partita non certo spettacolare, dominata dagli errori. Quelli della Scozia in giornata no, incapace di reagire allo straordinario possesso dell'Italia, ancorché sterile. I soliti problemi in fase offensiva per gli uomini di Brunel, che sono riusciti solo in apertura di ripresa, in superiorità numerica per il cartellino giallo allo scozzese De Luca, ad andare in meta con il gioiellino Venditti, già a segno contro gli inglesi in quel gelido e amaro pomeriggio di febbraio in cui la Capitale si tinse di bianco.

 La partita termina 13-6 per gli azzurri. Si festeggia

Sul 10-3 per l'Italia però, dopo una prima frazione chiusa sul 3-3 grazie al piazzato di BergaMirko, la partita inizia a girare per il verso auspicato da Parisse e compagni. La Scozia si getta in avanti e riesce a portarsi sul 10-6 al 20'. Si susseguono i gialli, uno per parte: il secondo agli Highlanders con Hamilton e il primo agli Azzurri con Zanni. Dopo la girandola di cambi e gli sterili assalti scozzesi arriva il drop di Burton per il definitivo 13-6. l'Olimpico può così esplodere. Missione compiuta.

giovedì 1 marzo 2012

L'EREDITÀ DELLA NEVE



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Più che gli effetti di una nevicata sembrano quelli di un tornado. Il parco di Villa Ada si lecca ancora le ferite a un mese di distanza dall'eccezionale ondata di gelo che ha fatto vivere alla Capitale due week end assolutamente indimenticabili, sotto ogni punto di vista. Sono decine, infatti, gli alberi caduti e alcune zone dello storico parco di Roma nord sono ancora oggi formalmente interdette al passaggio, anche se i molti visitatori sembrano non curarsi delle strisce bianche e rosse e dei cartelli di pericolo che giacciono in terra, imperituro ricordo dell'emergenza che fu. E che in parte ancora è.



Il rumore delle motoseghe, infatti, imbracciate peraltro da operatori di quella che pare essere un'azienda privata, e non il Servizio Giardini del Comune di Roma come sarebbe lecito aspettarsi, si può ancora sentire forte in diversi punti della villa, laddove vi sono passaggi ancora da liberare e da mettere in sicurezza tagliando rami e tronchi pericolosamente pendenti.


Lo spettacolo che si offre a chi si addentra nel parco lascia l'amaro in bocca. Le piante tagliate e accatastate ai lati dei sentieri formano alti cumuli, e nelle parti più interne dell'ex villa Savoia, dove è meno urgente l'intervento di camion e operatori per l'assenza di vie percorse dai fruitori del parco, si possono vedere alberi altissimi, sradicati alla radice dal peso della neve, tristemente appoggiati l'uno all'altro, quasi a consolarsi.


Quando tutto sarà finito e Villa Ada sarà finalmente tornata alla normalità, ci sarà bisogno di pianificare una vera ripiantumazione. Dal Campidoglio hanno fatto sapere che tali operazioni partiranno entro le prossime settimane in tutta la città. Le migliaia di romani che amano Villa Ada e tutti gli altri parchi della Capitale attendono fiduciosi. E partecipativi.