mercoledì 21 settembre 2011

IL BARATRO IN FONDO AL TUNNEL



Scontri in Grecia contro il piano di austerità imposto dall'Europa


La crisi dei debiti sovrani che sta facendo collassare l'euro e con esso l'assetto economico e politico attuale del continente, sembra non avere soluzione. Il fallimento dell'ultimo vertice Ecofin di Wroclaw ha evidenziato le divisioni tra i leader europei sulle misure da adottare per salvare ciò che resta dell'esperimento legato all'unione monetaria, o forse, paradossalmente, l'unanimità nel non volerne prolungare l'agonia.
Spettatore di questa situazione è stato Timothy Geithner, Segretario al Tesoro americano, eccezionalmente intervenuto a un vertice riguardante solo il Vecchio Continente, segno dell'enorme preoccupazione che attanaglia gli Usa al pensiero che un tracollo greco possa scatenare un domino incontrollabile che finirebbe per coinvolgere anche l'altra sponda dell'oceano nonché, nell'immediato, che l'assenza di accordi tra le autorità europee su come fronteggiare la situazione ellenica possa indebolire ulteriormente l'euro sul dollaro, danneggiando l'export americano e impedendo a Washington una riduzione del proprio mostruoso debito pubblico.
Geithner caldeggiava l'implementazione dell'Efsf, il noto e finora inutile fondo salva Stati creato nel maggio 2010 per preservare la stabilità finanziaria dell'eurozona. La proposta era semplice: salvate la Grecia ad ogni costo con nuovi aiuti economici, in cambio delle "auspicate" riforme strutturali. Per tutta reazione agli inviti pro Grecia e pro Usa dell'ospite americano, favorevole anche alla ricapitalizzazione delle banche con soldi pubblici, i governi europei decidevano di rinviare il secondo prestito salva vita ad Atene di oltre un mese, ovvero dopo la morte del beneficiario. proviamo a fare il punto: se la Grecia fallisce crolla l'euro, trascinato a fondo anche dalla grande esposizione di tutte le maggiori banche europee nei confronti dei Paesi che stanno per fallire, ma il salvataggio degli ellenici, tralasciando poi gli altri piigs in analoga situazione e pronti a seguirne la scia, porterebbe comunque al dissanguamento dei Paesi virtuosi e, quindi, a una recessione e al crollo dell'euro. Comunque vada sarà un successo.
Si ha la netta sensazione che la festa sia finita e che nessuno dei partecipanti voglia mettere in ordine. Il colpo di genio è, quindi, far pulire coloro che non sono stati invitati. "L'idea è nata dai francesi", scrive Superbonus su Il Fatto quotidiano nel suo articolo Il cordone che ci strozzerà, "che vedendo in crisi le proprie banche hanno pensato di farle salvare a tutti e si sono mossi con Christine Lagarde che il 27 agosto ha chiesto una ricapitalizzazione delle banche europee con denaro pubblico", idea sposata anche da Geithner. Salvare l'euro non si può, quindi, ma gli istituti che hanno in pancia i titoli spazzatura dei piigs, sì. Con i soldi dei cittadini. "È la strada più corta per abbandonare gli Stati al proprio destino" prosegue Superbonus. "Una volta messo al riparo il sistema finanziario internazionale dal contagio saremmo lasciati soli". E così si stacca la spina al Club Med senza troppi rimpianti. Ma come si potrebbe governare poi un continente verosimilmente in preda al caos, se si verificasse un simile scenario?
"Per risolvere una crisi in cui l'impossibile diventa possibile" ci viene in aiuto nella risoluzione di tale enigma il noto e influente uomo d'affari e imprenditore George Soros con un articolo pubblicato sul New York Review of books , tradotto sul sito ComeDonChisciotte, "è necessario pensare l'impensabile. Non c'è alternativa" propone Soros "a dar vita a un tesoro europeo con il potere di tassare e quindi di dare in prestito, trasformando l'Efsf in un tesoro dai pieni poteri. [...] Il sistema bancario europeo dovrà essere ricapitalizzato e messo sotto una supervisione europea, distinta da quelle nazionali".
Ricapitolando: si salvano le banche con i soldi dei cittadini per poi lasciare i piigs al proprio destino e sfruttare la situazione di caos che ne deriverebbe per preparare l'opinione pubblica alla creazione di un organismo economico-finanziario sovranazionale e non elettivo, i cui provvedimenti e le cui scelte varranno in tutto il continente, oltre ogni governo. La fine della residua sovranità dell'Europa. "La battaglia finale fra mercato e democrazia rappresentativa sta per andare in scena" aggiunge Superbonus "I governi non hanno ancora un piano ma siamo sicuri che tra qualche giorno la parola nazionalizzazione delle istituzioni finanziarie non sarà più un tabù. Nelle prossime settimane assisteremo a un confronto epocale tra due idee diverse del mercato e della società". A quanto pare stiamo per arrivare a un crocevia della storia, e conviene fare attenzione a non farsi spingere sulla strada sbagliata.



Nessun commento: