venerdì 7 giugno 2013

NINFA, LE DELIZIE DELLA POMPEI DEL MEDIOEVO

Scorci dei giardini di Ninfa

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Antichi ruderi, vestigia di storia e cultura, avvolti e protetti dall'abbraccio della natura; fiori variopinti, i cui profumi si spandono ammalianti nell'aria, crescono liberi assieme a piante esotiche in un vasto e ordinato giardino, di uno splendore fuori dal tempo.
L'area naturale di Ninfa, ai piedi dei monti Lepini in provincia di Latina, è Monumento Naturale dal 2000 "al fine di tutelare il giardino storico di fama internazionale", si legge nel sito ufficiale della Fondazione Roffredo Caetani, che dal 1972 preserva il luogo, "l’habitat costituito dal fiume Ninfa, lo specchio lacustre da esso formato e le aree circostanti che costituiscono la naturale cornice protettiva dell’intero complesso".

Verde rigoglioso e antiche vestigia nei giardini di Ninfa

La fondazione nacque per volontà della principessa Lelia Caetani, ultima discendente della nobile casata che nel 1298 acquistò la città di Ninfa, allora florido crocevia commerciale, grazie a Benedetto Caetani, salito al soglio pontificio nel 1294 come Papa Bonifacio VIII. Benedetto aiutò suo nipote Pietro II Caetani ad acquistare Ninfa ed altre città limitrofe, "segnando l’inizio della presenza dei Caetani nel territorio pontino e lepino, presenza che sarebbe durante per sette secoli".
Dopo il saccheggio del 1382 da parte di Onorato Caetani, sostenitore dell’antipapa Clemente VII nel Grande Scisma e avverso al ramo dei Caetani che possedevano Ninfa, i Palatini sostenitori di Urbano VI, la città fu distrutta e mai più ricostruita, anche a causa della malaria che infestava la pianura pontina. Nonostante l'abbandono le chiese continuarono a vivere per altri due secoli, prima dell'oblio. Oggi è possibile vedere i resti degli antichi luoghi sacri che, grazie anche alla mano della natura, non hanno perso il proprio fascino e continuano a vivere nell'interesse dei visitatori.

Verde rigoglioso e antiche vestigia nei giardini di Ninfa

Il giardino vero e proprio venne alla luce nel XVI secolo grazie al cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, che volle creare a Ninfa un "giardino delle sue delizie".
Nell'Ottocento, poi, "Il fascino delle sue rovine attirò molti viaggiatori che percorrevano l’Italia riscoprendo l’antico: la Pompei del Medioevo, come la definì Gregorovius, era un luogo spettrale, magico e incancellabile dalla memoria di chi la vide.
"L’ultima erede e giardiniera fu Lelia, figlia di Roffredo Caetani", si legge ancora nel sito. "Donna sensibile e delicata, curò il giardino come un grande quadro, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante, senza forzature, ed evitando l’uso di sostanze inquinanti. Donna Lelia morì nel 1977, ma prima della sua morte decise di istituire la Fondazione Roffredo Caetani al fine di tutelare la memoria del Casato Caetani, di preservare il giardino di Ninfa e il castello di Sermoneta, e di valorizzare il territorio pontino e lepino".
Ninfa, un luogo incantato dove si percepisce la forza che sprigiona dalla bellezza della natura e il fascino ancestrale che essa esercita sull'animo umano, come un sentiero che riporta a casa.


martedì 7 maggio 2013

ROMA ANTICA NEL SUO SCRIGNO RINASCIMENTALE

Palazzo Altemps, Cortile interno


L'arte e la cultura come testimonianza e monito. Una bellezza senza eguali nel mondo sopravvive ancora nelle vie delle nostre città, ma la sua esistenza è messa a rischio dalla costante minaccia del degrado e dell'ignoranza, insieme causa ed effetto del declino che caratterizza i nostri tempi.
Fino a quando, tuttavia, resteranno aperte le splendide sale di luoghi magici come Palazzo Altemps, ultima tappa del viaggio attraverso i secoli nel Museo Nazionale Romano, dopo aver conosciuto le meraviglie di Palazzo Massimo, Crypta Balbi e Terme di Diocleziano, la luce della speranza in un futuro di civiltà non sarà spenta.

Cortile, portico settentrionale

"Palazzo Altemps", si legge nella guida ufficiale del museo, "si trova nel centro della città rinascimentale, tra Piazza Navona e il fiume Tevere, nella zona nord del Campo Marzio, dove scavi archeologici hanno individuato strutture e reperti databili tra il I secolo d.c. e l'età moderna". Uno scrigno rinascimentale che custodisce l'anima antica della Città Eterna. "Nel 1568 il palazzo fu acquisito dal cardinale Marco Sittico Altemps che affidò ad architetti e artisti del tempo importanti lavori di ampliamento e decorazione. La preziosa raccolta di statue antiche e la notevole biblioteca, ospitate nelle splendide sale affrescate, rappresentavano il fasto e il gusto aristocratico della famiglia".

Marte e sarcofago Grande Ludovisi

Moltissime e importanti le opere ospitate all'interno del sito, riconducibili alla sensibilità artistica delle famiglie più in vista dell'epoca. Dalla collezione Altemps e quella Boncompagni Ludovisi: "La celebre raccolta seicentesca di scultura antica della principesca villa Ludovisi sul Quirinale", si legge ancora nella guida del museo, "è stata fino a tutto il secolo XIX  meta obbligata per viaggiatori, artisti, e studiosi di tutto il mondo.

Marte e sarcofago Grande Ludovisi e Galata

Il nucleo principale della collezione fu acquistato dallo Stato nel 1901 ed è dal 1997 allestito a Palazzo Altemps". E poi le collezioni Brancaccio, Drago Albani e Mattei, fino alla raccolta Egizia, che illustra la fortuna di cui godette la religiosità orientale in età romana: "L'interesse per tale ambito artistico e culturale determinò il gusto egittizzante del collezionismo di antichità delle famiglie nobili romane", aggiunge la guida.

Passaggio di Plutone e Zeus

"Si possono ammirare sculture provenienti dall'Egitto insieme ad altre realizzate a Roma, rinvenute nell'Iseo e Serapeo del Campo Marzio e nel cosiddetto santuario del Gianicolo". Il Museo Nazionale Romano e Palazzo Altemps, gioielli di storia e arte, simboli della forza che risiede nella bellezza, unico antidoto al dilagare del nulla.


 Ares Ludovisi II sec. a.c.