giovedì 11 aprile 2013

LA CULTURA CLASSICA VIVE A PALAZZO MASSIMO

Gli aurighi del sacello di Ercole


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Questa era Roma. O forse è ancora. L'eredità di arte e civiltà lasciata nei millenni dalla Città Eterna al mondo costituisce un patrimonio di bellezza e genialità, ma anche identità e consapevolezza di ciò che fu, da condividere con il mondo, che arricchisce i visitatori e regala emozioni e storie da ricordare anche oltre le mura silenziose di Palazzo Massimo, ottocentesco edificio neorinascimentale a pochi passi dalla stazione Termini e parte integrante del Museo Nazionale Romano, assieme alle vicine Terme di Diocleziano, alla Crypta Balbi e a Palazzo Altemps.

Rappresentazioni delle imprese militari. Il sarcofago di Portonaccio

Once Were Romans, questo il nome dato a "una delle più importanti collezioni di arte classica del mondo", si legge nella guida ufficiale del museo. "Quattro piani di esposizione capaci di offrire una ricca panoramica dell'arte romana, dall'età tardo repubblicana a quella tardo antica, dal II secolo avanti Cristo al V dopo Cristo". 
Dal piano terra, le cui sale ospitano "i capolavori della scultura antica, come il discobolo Lancellotti e l'ermafrodito dormiente". E poi i ritratti degli imperatori, come "la statua di Augusto Pontefice Massimo", fino ai "ritratti di principi e principesse delle dinastie Giulio-Claudia e Flavia, il busto di Adriano accanto al rilievo di Antinoo, il ritratto di Marco Aurelio e il busto di Settimio Severo".

Mosaici pavimentati dal I sec. a.c. al IV-V sec. d.c. Mosaico dalla Villa di Piverno e dalla Villa della Ruffinella a Tuscolo

Successivamente il percorso prosegue al primo piano, dove spicca, tra le altre meravigliose opere, il sarcofago di Portonaccio, rinvenuto nel 1931 durante uno scavo in via Delle Cave di Pietralata e raffigurante una battaglia durante le campagne germano-sarmatiche di Marco Aurelio, degli anni 172-175.
Salendo al secondo piano, poi, le sale riservano lo spettacolo di "cicli di affreschi della produzione più elevata della pittura romana, presentati in un allestimento che ricompone gli ambienti originali, metre un'ampia raccolta di mosaici policromi e pregiati intarsi documenta l'evoluzione della decorazione musiva dal I secolo d.c. al V d.c.".


Il piano interrato, infine, ospita una grande collezione numismatica e insegne imperiali, oltre alla celebre mummia di Grottarossa, risalente al II secolo d.c., ritrovata nel 1964 all'11° chilometro della Via Cassia in un sarcofago, assieme al corredo funerario.
Once Were Romans a Palazzo Massimo, un'avventura dello spirito per ascoltare il suono dei secoli e riscoprire nell'anima della cultura classica le radici più vere e profonde dell'Europa.


Il discobolo Lancellotti, scoperto nel 1871 sull’Esquilino