giovedì 17 giugno 2021

LE VESTIGIA DI FERENTO GUARDANO IL PROFILO DEI CIMINI

 

Panoramica del teatro di Ferento, edificato nel I sec. d.c. durante il regno di Augusto

A pochi chilometri da Viterbo, nel verde da proteggere della Tuscia, il Lazio offre uno dei suoi infiniti spunti per una visita ricca di significati. Su un pendio florido che sembra scrutare i monti Cimini in lontananza, in cui i cavalli vivono liberi e i fiori si aprono di profumi e colori ai visitatori in cerca di natura e storia, le rovine affascinanti dell'antica città di Ferento, sorta nel IV sec. a.c. , si presentano allo sguardo.

Scorcio delle colline di fronte a Ferento. Sullo sfondo i Monti Cimini

Lungo la strada Teverina che porta alla più nota Civita di Bagnoregio, dopo aver lasciato la via principale ed essersi inoltrati lungo il fianco della collina Pianicara, si arriva a destinazione.

Cavalli al pascolo nei dintorni di Ferento
 

Il sito è molto ben curato grazie all'impegno dei volontari di Archeotuscia, associazione nata nel 2005 per promuovere ricerca, salvaguardia e valorizzazione del ricco patrimonio storico culturale di questa parte del Lazio. Grazie a tali sforzi qui si può intraprendere un meraviglioso viaggio nei secoli.

Teatro di Ferento, scorcio del palco

Per primi si incontrano i resti del teatro, orientato quasi perfettamente sull'asse nord-sud. Fu edificato nel I sec. d.c. durante il regno di Augusto e restaurato nel periodo severiano. Si conservano notevoli parti della scena con il palco e il piano inferiore della scaenae frons con basamento in opus reticolatum e l'elevato in laterizio.

 

Teatro di Ferento, le 27 arcate a tutto sesto della cavea

Imponenti i resti della cavea, con le meravigliose 27 arcate esterne a tutto sesto costruite in grossi blocchi di peperino. Oggi sono osservabili nel teatro 13 gradini di restauro, ma originariamente erano 60 per una capienza che poteva raggiungere i 3 mila spettatori.

Teatro di Ferento, arcate esterne

Significativi anche i resti delle terme con le strutture in opus latericium. Riconoscibili pavimenti a mosaico con disegni geometrici in bianco e nero e tracce di rivestimenti marmorei e intonaci.

Terme di Ferento


Percorribili alcune decine di metri del decumanus maximus, principale asse viario con orientamento est-ovest, lastricato a grandi basoli poligonali, per arrivare alla domus ad atrio di età giulio-claudia, dotata di affaccio sul decumano stesso.

I resti delle terme con strutture in opus latericium

Il sito non è stato completamente esplorato e potrebbe regalare ulteriori tesori da ammirare. Chissà che l'Università degli Studi della Tuscia, che da diversi anni conduce campagne di scavo a Ferento, riesca a rinvenire altre perle.

Tratto di Decumanus Maximus a Ferento

Ferento espresse il proprio massimo splendore in età imperiale, per poi conoscere un lungo periodo di declino prima di essere rasa al suolo dalla nemica Viterbo nel 1178. Nonostante la distruzione patita e i secoli trascorsi chi si avventura in questo stupendo territorio scopre uno scrigno di storia, cultura e natura da esplorare.

Teatro di Ferento I sec. d.c

Ovunque il Lazio, e l'Italia in generale, regala motivi per viaggiare e conoscere. Questo particolare periodo può così rappresentare un'opportunità per lasciarsi rapire da luoghi straordinari e straordinariamente vicini.