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venerdì 4 agosto 2017

LA VOCE DEL DIO MANTH RISUONA NELLA CALDARA DI MANZIANA


Una delle fonti della Caldara di Manziana, le ultime vestigia dell'antico vulcano Sabatino


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Gorgoglii sommessi provenienti da isolate fonti d'un grigio pallido e lucido, nel mezzo d'un pianoro di desertica bellezza circondato in lontananza dal verde rigoglioso del bosco fitto e impenetrabile che fu consacrato, come l'intero territorio circostante, al Dio etrusco degli inferi Manth. Oggi il nome di Manziana, piccolo borgo nei pressi del lago di Bracciano a nord di Roma, deriva proprio dal legame che gli antichi pensavano vi fosse tra il mondo dei morti e le numerose fonti vulcaniche presenti nell'area.
Ai margini dell'abitato, nella depressione denominata Caldara, si possono così udire gli ultimi bisbigli dell'antico vulcano Sabatino, in attività da 600 mila fino a 40 mila anni fa, che occupava tutta l'area compresa tra i monti della Tolfa e il monte Soratte.


Bassi cespugli attorniano le fonti vulcaniche dell'arida caldara. In lontananza, si intravede il bosco

Oggi monumento naturale con i suoi 90 ettari di estensione ed il suo splendido sentiero turistico attrezzato di 1.450 metri, la suggestiva Caldara di Manziana incanta il visitatore con la poesia del paesaggio e i contrasti cromatici: l'asprezza e l'apparente aridità della parte centrale infatti, caratterizzata dalle sorgenti d'acqua mineralizzata a 20° di temperatura con emissioni di idrogeno solforato ed anidride carbonica, si sposa con la fitta vegetazione ai margini della depressione vulcanica, ricca di specificità naturalistiche e botaniche come le betulle, alberi piuttosto inconsueti a così basse altitudini, o l'Agrostis canina Monteluccii, rarissima graminacea italica. 
Tonalità lucenti e profumi intensi che esprimono appieno tutta l'energia che per millenni quel luogo sprigionò e che oggi possono essere percepite e colte dal turista attento e sensibile al fascino dei tesori che la Natura custodisce, anche a due passi dalla città.


La vegetazione diviene fitta e rigogliosa ai margini della caldara aspra. Le betulle, rare ad altitudini così basse, svettano al di sopra dei cespugli di felce

mercoledì 12 dicembre 2012

L'ARTE SULLE RIVE DEL LAGO

Il lago di Bracciano dal Castello

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Il borgo silenzioso dominato dal castello, sulla collina che scende verso l'antico Lacus Sabatinus. La cittadina di Bracciano, piccolo centro a nord di Roma affacciato sull'omonimo lago, offre al visitatore molteplici occasioni di scoperte e avventure, per conoscere uno splendido angolo del Lazio. Un'area ricchissima di storia e cultura, unite ed esaltate dalle bellezze paesaggistiche e naturali.

Il Castello Odescalchi Orsini di Bracciano e il lago

Autentico fiore all'occhiello della cittadina d'origine medievale, come riporta il sito ufficiale del Comune, è "lo splendido castello Orsini Odescalchi, costruito tra il 1470 ed il 1490 dagli Orsini, che erano in quel periodo una delle più importanti e potenti famiglie nobiliari romane". Prima di questi, però, il territorio di Bracciano era stato di proprietà dei Prefetti di Vico, che lo ottennero verso la fine dell'XI secolo e che trasformarono una semplice torre in una rocca fortificata. Gli Orsini arrivarono nel 1419, quando Papa Martino V cedette loro il feudo. E così, la trasformazione di quella che era stata la rocca dei Vico nel maestoso castello attuale, avvenne per volontà di Napoleone Orsini a partire dal 1470. Ma la storia del celebre maniero si lega anche ad un altro nobile cognome, quello degli Odescalchi, attuali proprietari, che subentrarono agli Orsini nella signorìa di Bracciano nel 1696.

Il Castello Odescalchi Orsini di Bracciano

Il castello è oggi uno splendido museo che dà la possibilità di passeggiare attraverso i secoli, ammirando opere d'arte d'immenso valore e respirando il profumo della storia.
Terminata la visita al maniero, discendendo lungo i vicoli silenziosi del grazioso centro storico, ci si può addentrare nelle sale del Museo Civico che, inaugurato nel 2006, espone collezioni relative alla storia di Bracciano dai suoi primi insediamenti etruschi fino al XIX secolo.

Il Castello Odescalchi Orsini di Bracciano

Allestito al piano terra dell'antico convento di Santa Maria Novella, fondato nel 1438 e consacrato nel 1580, il museo si divide in cinque diverse sale, corrispondenti a epoche e temi specifici: dalla Comunità, intesa come Istituzione da cui ebbe origine il comune, fino all'età romana e paleocristiana. Senza dimenticare le sale denominate "Committenza e artisti", dedicata a opere realizzate per le maggiori committenze locali, e "Testinomianze d'arte sacra", in cui sono esposti oggetti, arredi e paramenti provenienti dalla vicina chiesa di Santa Maria Novella.

Vicoli del centro storico

Pregevole luogo di cultura e natura a poca distanza dal caos della metropoli, Bracciano e il suo lago costituiscono esempio di quanto il Lazio e l'Italia abbiano da offrire, di meraviglioso, al di fuori dei classici e legittimamente celebrati itinerari turistici.

Museo Civico di Bracciano, Adone e Venere di Cristoforo Stati (1556-1619)