lunedì 3 novembre 2025

LO SCORRERE DEL FABARIS RACCONTA DI BELLEZZA E STORIA


Castelnuovo di Farfa, nel cuore della provincia di Rieti, custodisce nei suoi confini un patrimonio di bellezze storiche, culturali e paesaggistiche che sussurrano storie millenarie, tra uliveti secolari e gole fluviali incise dal tempo. Il territorio, abbracciato dal fiume Farfa e dal torrente Riana, si dispiega come una tela verdeggiante, con i Monti Sabini a fare da sentinelle silenziose e la Riserva Naturale della Valle del Farfa a offrire sentieri immersi in una flora rigogliosa, dove il canto degli uccelli e il fruscio delle acque evocano un'armonia primordiale. Non meno preziosa è la porzione di campagna che si estende a sud del borgo, con i suoi pascoli punteggiati di querce e le curve sinuose dei colli, arricchite dalla presenza discreta di volpi e istrici, custodi naturali di questo eden sabino.
 
 
Tra questi tesori, spicca la Chiesa Altomedievale di San Donato, gemma archeologica e spirituale sorta nel tardo VI secolo d.C., menzionata nei regesti dell'Abbazia di Farfa fin dall'817. Immersa nella campagna lungo l'itinerario verso il fiume, questa chiesetta circolare, con la sua abside e le quattro cappelline radiali, testimonia l'origine stessa del borgo: intorno a essa nacque il Castellum Sancti Donati, primo insediamento fortificato contro le incursioni saracene. Abbandonata nel XVI secolo, crollò nel 1933 per il peso dei secoli, ma fu ricostruita fedelmente a spese di Angelo Salustri Galli, preservando le nicchie affrescate che custodiscono frammenti di devozione longobarda. Oggi è parte del Museo Diffuso dell'Olio della Sabina e invita a un cammino che, in quaranta minuti circa dal borgo attraverso ulivi nodosi e profumati, conduce alle antiche vestigia che pulsano di fede antica in un'aura di quiete che fonde liturgia e paesaggio.
 
 
Di eguale fascino è l'Antico Palazzo Salustri Galli, dimora rinascimentale incastonata sul lato nord del borgo, che occupa un quarto dell'antico abitato medievale racchiuso tra mura e torri. Appartenuto per secoli alla nobile famiglia che amministrava le terre farfensi, questo edificio simboleggia il potere e l'influenza culturale dei marchesi Simonetti, artefici della sua ristrutturazione nel Quattrocento. Le sue sale, ricche di decorazioni parietali e una collezione pittorica di rara eleganza, evocano epoche di splendore, mentre il giardino all'italiana annesso, con siepi geometriche e fontane mormoranti, si apre sul panorama della valle come un ponte tra architettura e natura. Ancora proprietà privata dei Salustri Galli, il palazzo rivela affreschi e arredi che narrano di un'Italia minore, colta e raffinata, intrecciata all'economia olivicola che permea l'intera Sabina. 
Castelnuovo di Farfa, dunque, non è solo un borgo di vicoli lastricati e porte fortificate, come la maestosa Porta Castello, ma un mosaico vivo dove la Chiesa di San Donato e il Palazzo Salustri Galli dialogano con le Gole del Farfa, un monumento naturale di canyon calcarei solcati dal fiume, habitat di falchi pellegrini e trote fario. Qui, tra l'oro delle foglie autunnali e il verde perpetuo degli ulivi, il tempo rallenta fino a divenire un pensiero lontano, invitando a perdersi in un abbraccio di storia e bellezza selvaggia.

 

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