Bominaco (AQ), Oratorio di S. Pellegrino noto anche come "La Cappella Sistina d'Abruzzo". Particolare dell'interno con gli straordinari affreschi duecenteschi |
Non si può lasciare la Provincia aquilana senza aver assaporato le atmosfere e i paesaggi dell'altopiano di Navelli. Un itinerario spettacolare che si snoda tra il Capoluogo e il borgo di Capestrano, lungo la statale 17. Il percorso può essere svolto tanto da sud, uscendo dalla A-25 direzione Pescara presso il casello di Bussi-Popoli, quanto dalla parte opposta, laddove l'A-24 incontra L'Aquila.
Capestrano (AQ), il castello Piccolomini-Medici |
Il passaggio da sud permette di immergersi in panorami selvaggi e suggestivi con pochi centri abitati, più numerosi invece arrivando dall'altra direzione.
Dopo essersi lasciati alle spalle la stretta vallata che accoglie chi lascia l'autostrada a Bussi ci si addentra in una piana coronata da montagne. Dopo pochi minuti di strada immersa nel bosco si scorge Capestrano, la prima tappa del viaggio.
Dalle mura del castello di Capestrano si può godere di una vista impareggiabile sulla vallata sottostante |
Situata a 734 metri d'altezza sul crinale che separa la piana di Navelli dalla conca di Ofena e luogo natio del predicatore S.Giovanni da Capestrano, questo paesino è noto soprattutto per il celebre rinvenimento, nel 1934, della statua italica del VI secolo a.c. denominata Guerriero di Capestrano, oggi simbolo stesso della Regione custodito nel museo archeologico nazionale d'Abruzzo a Chieti. Domina l'abitato l'imponente castello, appartenuto ai Piccolomini e successivamente ai Medici, ben conservato e visitabile con la sua meravigliosa vista.
Castello di Capestrano (AQ), particolare dall'interno delle imponenti mura |
Terminata la visita all'antico maniero, nella contemplazione della sua bellezza, ci si rimette in marcia verso quell'altopiano che prende il nome dal delizioso borgo che vi si affaccia.
Anche a Navelli, come altrove, sono ancora visibili le ferite inferte dai terremoti che periodicamente, purtroppo, colpiscono questa splendida terra, ma molto è già stato fatto per una ricostruzione nel segno della tradizione e del rispetto per il paesaggio e la storia del territorio. Si ricostruisce com'era dov'era. Solo così del resto è possibile salvare l'anima e le radici delle comunità.
Il ciborio del 1223 con candelabro per il cero pasquale nella chiesa di S. Maria Assunta a Bominaco. Perla dell'altopiano di Navelli (AQ). |
Un'anima che sopravvive non solo a Navelli ma anche nella tappa successiva, lungo la statale che procede dritta. Uno dei gioielli più scintillanti di questo lembo d'Abruzzo: Bominaco. Sembra incredibile che questa piccola frazione a quasi 1000 metri d'altezza custodisca tali perle e che queste, inoltre, non siano state minimamente toccate, come per miracolo, dalla violenza degli ultimi terremoti.
Qui infatti troviamo quella che viene definita "La Cappella Sistina d'Abruzzo", l'Oratorio di S. Pellegrino. Fu ricostruito nel 1263 sul luogo in cui, secondo la tradizione, precedentemente Carlo Magno inaugurò una chiesa. Semplice all'esterno è interamente decorato all'interno da affreschi duecenteschi opera di artisti noti come "Maestro della Passione", "Maestro dell'infanzia", "Miniaturista". Uno spettacolo sbalorditivo i cui nomi misteriosi degli autori riportano alla magnificenza di un altro luogo magico: la Cripta di S. Magno ad Anagni, nel frusinate. Anche lì infatti gli autori degli stupendi affreschi che ornano i sotterranei della cattedrale romanica di S. Maria Assunta, avevano nomi egulmente criptici come "Maestro delle traslazioni", "Maestro Ornatista" e "Maestro di Anagni".
Particolare della chiesa di S.Maria Assunta a Bominaco (AQ). La parte posteriore a tre absidi con la centrale più alta delle laterali. |
Tornando a Bominaco, assolutamente da vedere anche la grande ed armoniosa chiesa romanica di S. Maria Assunta a pochi metri dall'oratorio di S. Pellegrino, eretta tra l'XI e il XII secolo. L'interno è impreziosito da un ciborio del 1223, da un bellissimo candelabro per cero pasquale e da un ambone a bassorilievi, mentre l'esterno è semplice ed essenziale, tranne che per l'archivolto del portale e l'architrave, decorati finemente con motivi e figure. Da non perdere la salutare passeggiata, infine, che conduce ai resti del castello medievale sulla cima del colle. Pochi minuti di salita valgono il panorama strabiliante che si gode una volta giunti lì.
Ora l'itinerario punta in direzione de L'Aquila, non prima di una deviazione all'altezza di Prata D'Ansidonia per una visita ai ruderi di Peltuinum, città dei Vestini e poi dei Romani traversata dalla via Claudia Nova. Visibili i resti delle mura, del teatro e dell'anfiteatro. Pur essendo l'area parzialmente chiusa per scavi uno sguardo è possibile anche da oltre le transenne.
Particolare del rosone nella facciata posteriore dell'oratorio di S.Pellegrino, "La Cappella Sistina d'Abruzzo". |
Dopo Prata d'Ansidonia la via scende con decisione. Si lascia l'altopiano verso il Capoluogo abruzzese al termine di una giornata indimenticabile.
Mentre ci si avvicina alla fine del viaggio si ritorna alle memorie dell'incanto appena vissuto e si riflette su quanti ancora siano i tesori che questa Regione unica riserva al visitatore in cerca di libertà ed infinito. Alla prossima avventura.
I resti del castello di Bominaco dominano dall'alto l'area della chiesa di S.Maria Assunta e dell'oratorio di S. Pellegrino |
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