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La chiesa di S. Maria delle Grotte (o Ad Cryptas) di Fossa, prima tappa dell'itinerario lungo la valle del fiume Aterno. All'interno due cicli di affreschi tra i più antichi del medioevo abruzzese
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Si può arrivare nel silenzioso e suggestivo paesino di Fossa, a pochi chilometri da L'Aquila, passando per il Capoluogo e dirigendosi poi verso est, attraversando il fiume Aterno. Oppure scendere dall'altopiano delle Rocche più a sud incontrando gli scorci unici del parco Sirente Velino. In entrambi i casi il paesaggio è quello splendido delle vette d'Abruzzo, con il Gran Sasso a dominare maestoso e torreggiante.
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Particolare dell'abside nella chiesa in stile cistercense di S. Maria delle Grotte, o Ad Cryptas
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Fossa costituisce la prima tappa di uno degli itinerari più affascinanti della Regione, lungo la valle del fiume che lambisce la città più importante dell'area nel proprio cammino dai monti della Laga al mare Adriatico.
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Particolare dell'Ambone nella chiesa di S. Maria delle Grotte o Ad Cryptas di Fossa
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Alle porte del piccolo borgo aggrappato ad uno sperone roccioso, tuttora caratterizzato da importanti lavori di ricostruzione post-sisma, si trova il gioiello più brillante: la duecentesca chiesa di
S: Maria delle Grotte, o Ad Cryptas. Semplice l'esterno ispirato a forme gotiche, all'interno, che segue modelli cistercensi, custodisce due dei cicli di affreschi più antichi del medioevo abruzzese. Quelli a destra e in fondo sono di scuola benedettina del XIII secolo, mentre quelli di sinistra sono di scuola toscana tra il XIV e il XV secolo.
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Sguardo alla parete settentrionale della chiesa di S. Maria delle Grotte o Ad Cryptas, riedificata dopo un sisma nel 1313 ed affrescata da pittori di scuola toscana
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Un luogo che merita tempo per assaporarne tutte le emozioni, e la cui bellezza spinge alla meditazione e alla riflessione sulla sapienza e la sensibilità che portarono alla creazione di tanta magnificenza.
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Particolare degli affreschi all'interno della chiesa di S. Maria delle Grotte, o Ad Cryptas, di Fossa
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Lungo la strada che corre sinuosa nel verde della vallata si incontrano borghi e scorci incantevoli. Fontecchio ad esempio, il centro urbanisticamente più interessante dell'area. Ben conservato nella sua anima medievale accoglie il visitatore negli stretti e ripidi vicoli su cui affacciano edifici già rinnovati dopo il sisma o ancora sottoposti ad opere di ricostruzione. Le ferite inferte dal terremoto sono ancora visibili, come altrove del resto, ma traspare la volontà di rinascere nel rispetto delle proprie radici.
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Fontecchio, la porta dei Santi sulla quale si staglia la torre dell'orologio
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Dopo Fontecchio la strada conduce alla destra idrografica dell'Aterno per poi arrampicarsi sul fianco dei monti, dando l'opportunità di godere ancora di panorami dal fascino selvaggio e solitario. Si arriva così a Castelvecchio Subequo, sorto nel medioevo nei pressi della città peligna e poi romana di Superaequum.
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Fontecchio, la porta dei Santi
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Simbolo di questo grazioso borgo è la chiesa di S. Francesco, fondata nel 1288 e modificata nel 1647 con l'aggiunta della facciata barocca. All'interno lo straordinario altare maggiore in noce scolpito ed intagliato nel XVII secolo, e la cappella laterale dedicata al Santo di Assisi, affrescata tra il XIV e il XV secolo con storie relative alla sua vita.
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Castelvecchio Subequo, interno della chiesa di S. Francesco fondata nel 1288 e modificata nel 1647. Il fastoso altare maggiore in noce intagliato e decorato nel XVII secolo
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Il viaggio nella Valle dell'Aterno consente di vivere in breve tempo una piccola sintesi dello spirito culturale d'Abruzzo: antiche chiese ricche d'arte e spiritualità, paesaggi assorti che portano alla contemplazione e speciali silenzi che solo la Natura incontaminata può regalare in questo meraviglioso lembo di Italia.
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Castelvecchio Subequo, chiesa di S. Francesco. La cappella dei conti di Celano, o di S. Francesco affrescata con storie relative alla vita del Santo |
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