La Banca Centrale Europea ha rivisto ulteriormente al ribasso il costo del denaro, portandolo dal 2% all' 1,50%, nel tentativo di contrastare il "grave rallentamento dell'attività economica, sia a livello globale sia nell'area euro, che ha trovato conferme nei dati delle indagini preliminari dei primi mesi del 2009", come si legge su Repubblica.it. Scorrendo le pagine dei quotidiani di questi giorni non c'è da stare allegri e i dati che giungono da Usa ed Europa non spingono certo a lanciarsi in rosei voli pindarici sul futuro.
L'economia Usa è sull'orlo del collasso e lo stesso presidente Obama ha parlato di "dati atroci". Come dargli torto, dopotutto? "Solo a febbraio c'è stata una perdita di 651.000 posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è salito all'8,1%, ai massimi da 25 anni" scrive il sito web si Repubblica "e la General Motors affonda in Borsa dove cede quasi il 20% sulla scia delle indiscrezioni che prefigurano una possibile bancarotta".
E da noi? Tra un Venerdì nero e l'altro le previsioni sul Pil di eurolandia sono drammatiche: "la Bce prevede ora che la flessione sarà quest’anno mediamente del 2,7% (-3,2/-2,2%)," aggiunge l'articolo "quando solo nel dicembre scorso stimava un -0,5%. Nell’ultimo trimestre del 2008 il Pil dei Sedici è calato dell’1,5%: il peggior risultato dal 1995. Per il 2010 si immagina, a questo punto, una crescita zero (tra meno 0,7 e più 0,7%)".
Consumi e produzione crollano, quindi, insieme alla fiducia delle Borse i cui valori vanno in picchiata ad ogni tentativo, da parte di governi e organismi internazionali, di riprendere per i capelli la crisi. Il mega piano infrastrutturale made in Berlusconi è stato accolto a braccia aperte da Piazza Affari, con una debacle che ha sfiorato il -5%, proprio mentre dall'Inghilterra arrivava la notizia dell'ennesima nazionalizzazione nel settore bancario. Dopo Northern Rock, Bradford & Bingley e Royal Bank Of Scotland, infatti, ora è la volta di Lloyds Tsb, passata dal 43 al 65% di controllo pubblico.
La crisi che sta scuotendo le nostre società, oltre che far riflettere sulle nefandezze di un capitalismo cannibale e privo di umanità, prima che di regole, deve dare una spinta verso il rinnovamento, puntando sull'ambiente e su un'economia sostenibile. "Dobbiamo puntare su soluzioni di lungo periodo" scrive Leo Hickman sul Guardian, ripreso dalla rivista Internazionale nell'articolo Solo l'ambientalismo potrà salvarci "e dobbiamo smettere di inseguire profitti e obiettivi di breve termine, che causano soprattutto danni". Sviluppando le tecnologie pulite infatti, si possono creare milioni di posti di lavoro e salvare contemporaneamente il futuro del pianeta e quello dei nostri figli. "Tanti piccoli cambiamenti sono già in atto" prosegue l'articolo "Sempre più persone decidono di usare la bicicletta o i mezzi di trasporto pubblici, e molti hanno iniziato a comprare meno cose".
Ma soprattutto, scrive Hickman, si sta diffondendo l'abitudine di coltivare un orto in casa. "La domanda di terreni coltivabili è cresciuta a tal punto in Gran Bretagna che la National Trust, l'ente che gestisce alcuni immobili e le proprietà fondiarie più importanti ha annunciato un'importante novità: permetterà ai cittadini di coltivare ortaggi e verdure su alcune delle sue proprietà". Di questi tempi, a quanto pare, è meglio avere in casa dei pomodori piuttosto che l'equivalente in denaro per acquistarli. D'altra parte il denaro non si mangia...
Nessun commento:
Posta un commento