A Pietrasecca, piccolo, delizioso borgo arroccato su un aspro costone nel verde d'Abruzzo, è possibile varcare la soglia di un regno sotterraneo, dove la terra si mostra nuda e il tempo si dissolve in un eterno
sussurro di roccia e acqua. Qui, tra le pieghe di un paesaggio scolpito
dalle mani dei millenni, si respira un silenzio vivo, un dialogo antico tra
la natura e chi sa ascoltarla. Le grotte
sono un invito a smarrirsi in una dimensione altra, dove ogni
stalattite e ogni riflesso umido custodisce frammenti di un passato
remoto.
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Grotta del Cervo, Riserva Naturale delle Grotte di Pietrasecca, Carsoli (AQ) "L'Arcangelo Michele" |
Il viaggio inizia lungo sentieri che si snodano tra querce e
castagni, dove l’aria si fa fresca e il profumo di terra bagnata si
mescola a quello delle erbe selvatiche. Siamo nella Riserva Naturale Speciale delle Grotte di Pietrasecca che si svelano con discrezione, come a proteggere un segreto
prezioso. Due sono le mete principali: la Grotta del Cervo, aperta ai
visitatori, e la Grotta Ovito, regno degli speleologi più audaci. È
nella Grotta del Cervo che ci si immerge in
un’esperienza che è tanto fisica quanto interiore.
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Grotte di Pietrasecca, un viaggio primordiale nella storia geologica della Marsica |
Camminare nella Grotta del Cervo è un’immersione in una natura primordiale. A differenza di altre grotte, anch'esse meravigliose ma addomesticate da luci e sentieri artificiali, qui tutto è intatto, selvaggio. Il terreno è irregolare, a tratti scivoloso, e le guide, con la loro attenzione costante, insegnano a muoversi con rispetto, come ospiti in una cattedrale viva. Il suono delle gocce che cadono, amplificato dal silenzio, è un canto antico, un metronomo di millenni. Le pareti, levigate dall’acqua, raccontano di ere in cui queste cavità ospitavano cervi preistorici e, forse, uomini in cerca di riparo o in adorazione di potenti divinità. Le formazioni carsiche, con nomi come “l'Arcangelo Michele” o “Il Drago”, prendono vita grazie alla voce delle guide che evocano leggende di giganti e spiriti sotterranei.
Il buio è il vero protagonista di
Pietrasecca. Quel buio denso, spezzato solo dal debole bagliore delle
torce, ti costringe a vedere con occhi nuovi, a sentire con il corpo
intero. È un buio che non opprime, ma libera. La voce delle guide racconta di come la
grotta sia stata scoperta nel 1984 durante
un’esplorazione fortuita, e di come oggi sia protetta per preservarne la
purezza. La loro dedizione traspare in ogni parola, rendendo
l’escursione un rito, un ritorno alle origini. Riemergere dalla grotta è come tornare ad un mondo in cui tutto è evidente, illuminato, senza segreti nella sua bellezza. Il paesaggio si dispiega in tutto il suo fascino rasserenante: colline boscose, muretti di pietra, un
silenzio che sa di pastori e contadini, di vite dure di un passato autentico e lontano, intessute di fatica e poesia. Pietrasecca, con
la sua identità distinta, sembra un custode di segreti, e le guide, con
il loro amore per questo luogo, ne sono i narratori.
Le Grotte di
Pietrasecca sono un invito a perdersi, a lasciare le luci del mondo
moderno e a ritrovare un legame profondo con la terra, guidati da chi ne
conosce l’anima. Sono un’esperienza che scuote e incanta, che lascia
dentro un’eco di pietra e oscurità, ma anche di autenticità, verità. È l'anima del mondo di cui anche l'uomo fa parte, plasmata dagli elementi e dalle ere. Riabbracciarla ogni tanto fa bene.